Roma, il «Califfo» dell’Atac Ezio Capri condannato a due anni per peculato perché rubava i soldi del parcheggio

L’ex conducente romano con la passione per il canto, processato e assolto in passato per truffa aggravata, ha intascato 1.500 euro in nero

Non c’è pace per Ezio Capri, 58 anni ed ex autista, ribattezzato «il Califfo dell’Atac» per la sua somiglianza con il cantautore Franco Califano. Capri ha lavorato fino al 2018 per l’azienda del trasporto pubblico di Roma ed è stato protagonista di due inchieste giudiziarie. La prima è iniziata tra il 2013 e il 2014, quando l’Atac ha scoperto che l’autista, ufficialmente in malattia, era andato a cantare i brani di Califano nei night club della Capitale. Il 58enne era stato indagato per truffa aggravata dalla procura di Roma. Un’accusa dalla quale è stato alla fine prosciolto. La seconda grana giudiziaria, invece, risale al 2018. Dopo l’inchiesta per truffa, infatti, Capri era stato trasferito in servizio al parcheggio di piazzale dei Partigiani. E, in poco più di tre mesi, «il Califfo» avrebbe racimolato circa 1.500 euro in nero, intascati obbligando i clienti del parcheggio a pagare la sosta in contanti.


Il “trucco” del parcheggio

Lo scorso gennaio, racconta Repubblica, è arrivata la sentenza di primo grado, che ha condannato Capri a due anni di reclusione per peculato e l’obbligo a risarcire l’Atac per 5mila euro. A far insospettire l’azienda del trasporto pubblico della capitale sono stati i resoconti mensili degli incassi del parcheggio. «Nel corso dei controlli sugli incassi conseguiti al parcheggio in piazzale dei Partigiani, l’azienda ha notato che vi è stata una contrazione degli importi rispetto a quelli incassati nello stesso periodo dell’anno precedente», si legge negli atti del procedimento. In seguito a questa anomalia, Atac ha avviato subito un’indagine interna, culminata sempre nel 2018 con il licenziamento di Capri. Secondo l’accusa, il metodo del «Califfo» era il seguente: «Forzava, senza alcuna autorizzazione, il sistema operativo per consentire l’apertura manuale della sbarra di uscita del parcheggio, previo pagamento in contanti da parte degli ignari clienti». Dopo essere stato licenziato, Capri si è ribellato e ha fatto causa all’azienda. Il primo round giudiziario, però, è stato vinto dall’Atac. A questo punto, «Il Califfo» potrebbe ancora ricorrere in appello, prolungando così il suo braccio di ferro legale con l’azienda romana.


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