Dentro i cortili di Milano, la storia di Charles: diseredato dalla famiglia (per amore) e in fuga dallo Sri Lanka – L’intervista

Figlio di una giornalista inglese del Times, oggi lavora come custode di un palazzo nel centro del capoluogo lombardo

Allontanato dalla famiglia per amore. È la storia di Charles, figlio di una giornalista inglese del Times, costretto a lasciare la propria casa in Sri Lanka per ricostruirsi una nuova vita in Italia. Prima a Viterbo, poi tra i portoni di quella Milano centrale, nascosta dalle vie affollate dello shopping. Oggi fa il custode in una palazzina di Via del Torchio. Seduto tra le scartoffie e un mucchio di posta da recapitare agli appartamenti del civico 4 e pure tra i ricordi di un’esistenza passata in un Paese dal 1948 indipendente nell’ambito del Commonwealth, racconta a Open la sua storia. Un racconto fatto di dolore per esser stato allontanato dalla famiglia a causa della sua libertà di scelta: scegliere chi amare, decidere chi sposare. Ma anche una storia piena di resistenze e nuovi inizi. «C’era la guerra civile nel mio Paese, ho deciso di lasciare lo Sri Lanka e raggiungere la mia attuale moglie che si era trasferita in Italia, a Viterbo», racconta. «La mia famiglia non accettava la mia relazione. Mia madre, che era sempre in giro per il mondo ed era molto ricca, voleva decidere chi avrei dovuto sposare». Per lei era importante «il cognome, la famiglia di appartenenza, chi era, cosa faceva, lo status», spiega. «Quando ho deciso di partire i miei genitori mi hanno detto di lasciare mia moglie e i miei figli e tornare da loro». Tuttavia, Charles aveva preso la sua decisione: «Io volevo bene alla mia famiglia – racconta – ma ho deciso di scegliere la mia di vita».


Da quella scelta sono passati circa 25 anni. «Erano gli anni ’90. Sono riuscito a venire in Italia con la legge Martelli», racconta, riferendosi alla norma – che convertiva il decreto legge 30 dicembre 1989, n. 416 -, emanata con lo scopo di regolare organicamente l’immigrazione, ma anche ridefinire lo status di rifugiato e introdurre la programmazione dei flussi dall’estero. Un viaggio, quello di Charles, durato 14 giorni e pagato 4 milioni e mezzo di vecchie lire. «Eravamo 33, siamo passati per la Russia, poi Ungheria, Ex Jugoslavia e infine Italia. Abbiamo raggiunto Venezia con la barca». Dall’arrivo sulle coste venete, Charles non ha saputo più nulla della sua famiglia. «Avevo due fratelli e una sorellina ma non so dove vivono. Poi mia mamma è morta ma l’ho saputo dalla mia ex domestica dopo tre mesi». Dal 2006 è a Milano. Charles ha 58 anni, due figli, gioca a cricket «perché è lo sport che mi ha insegnato mia madre che era inglese» ed è buddista. «Una bella filosofia di vita», dice. «Ad esempio, noi viviamo in Italia, i nostri figli crescono qui, dobbiamo fare qualcosa per gli italiani. Durante la festa di Buddha, che è a maggio, io vado a donare il sangue qui vicino», racconta. «Questa per me è la bellezza». 


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