Il caso dell’avvocata Ilaria Salamandra, in ospedale con il bambino ma non le rinviano l’udienza: «Poteva stare con il padre» – Il video

L’Ordine degli avvocati di Roma l’ha difesa: «Un episodio intollerabile»

Si chiama Ilaria Salamandra, ha 39 anni, è un’avvocata penalista di Roma e ha denunciato con un video sui social di non aver ottenuto il rinvio di un’udienza nonostante dovesse accompagnare il figlio all’ospedale. Il piccolo ha 2 anni e almeno una volta ogni 6 mesi dalla nascita deve presentarsi al Bambin Gesù di Roma per fare un day hospital in sedazione. La giudice non ha ritenuto legittimo il rinvio dell’avvocata perché con il bimbo «poteva restarci il padre». Una risposta inaccettabile per Salamandra che dichiara: «Vi pare normale che nel 2023 una mamma avvocata non abbia diritto a seguire il proprio bambino nelle questioni di salute che lo affliggono?». E aggiunge: «Ditemi se, giuridicamente parlando, non siamo nel terzo mondo». La denuncia arriva direttamente dall’ospedale, con gli occhi lucidi e alle spalle il bambino ancora addormentato sul letto. «Ma non solo, la giudice ha anche chiesto al pm d’udienza il numero del Bambin Gesù, affinché potessero contattarmi per avere la mia autorizzazione a sentire il teste», prosegue la 39enne.


L’Ordine degli avvocati: «Un episodio intollerabile»

I fatti risalgono al 14 aprile. «È stata una vicenda traumatica, sono svenuta», racconta adesso l’avvocata, riferisce la Repubblica. «Abbiamo sempre più difficoltà a conciliare vita lavorativa e vita professionale e ci sono sempre più casi di diritti negati per i bambini e per le loro mamme lavoratrici», aggiunge. Il suo, infatti, non è un caso isolato. «Alcune colleghe si sono viste rigettare l’istanza di rinvio nel giorno del parto», racconta la legale. Anche l’Ordine degli avvocati di Roma ha definito il caso di Salamandra un «episodio intollerabile, ma non unico, che lede non solo la dignità e il decoro della professione forense, ma la dignità stessa della donna». Solidarietà anche dal Consiglio nazionale forense che si scaglia contro una scelta «ingiusta e contro i principi fondamentali della giustizia, in particolare per quanto riguarda il diritto alla difesa».


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