Hollywood, gli sceneggiatori pronti allo sciopero: «Compensi al palo da 10 anni mentre gli Studios si godono il boom di film e serie tv»

La Writers Guild of America annuncia che il 98% degli aderenti ha dato ok all’agitazione dal 1° maggio, se non arriveranno segnali convincenti sui nuovi contratti

E se Hollywood chiudesse I battenti? Il rischio di una sospensione delle attività dell’industria Usa del cinema è spuntato all’improvviso oggi quando i giornali americani hanno dato la notizia che gli sceneggiatori del Paese sono pronti a entrare in sciopero a partire dal 1° maggio. I sindacati del settore hanno fatto sapere, infatti, di avere un sostegno granitico tra gli sceneggiatori di cinema e tv per una sospensione di tutti i lavori alla scadenza del contratto di categoria attualmente in vigore con gli studiosi di Hollywood. Che scade, per l’appunto, tra meno di due settimane. Le sigle sindacali hanno fatto sapere che il disagio per le condizioni contrattuali è tale da aver spinto il 98% degli affiliati a votare per acconsentire allo sciopero. Secondo la Writers Guild of America (WGA), quella cui si trovano di fronte gli sceneggiatori Usa al momento è una sfida «esistenziale per la sopravvivenza stessa della professione», dal momento che i compensi sono rimasti stagnanti da oltre un decennio nonostante l’esplosione dello streaming e delle serie tv. Di fronte a questo scenario, sempre secondo i sindacati, gli studios di Hollywood «non sono state in grado di fornire risposte significative sulle questioni economiche chiave», offrendo solo minime concessioni. Velenosa la replica della controparte, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, che ha definito l’autorizzazione allo sciopero come una notizia «che non sorprende nessuno». Un voto in tal senso «è sempre stato parte del piano della WGA, annunciato perfino prima che le parti iniziassero a scambiarsi proposte». Quindi l’organizzazione di categoria degli studios tende la mano assicurando di essere a disposizione per trovare un “accordo ragionevole” – a condizione, appunto, che il sindacato s’impegni in serie negoziati con l’intento di cercare «compromessi ragionevoli». Resta una dozzina di giorni di spiraglio per il negoziato, prima che l’industria del cinema Usa entri in panne.


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