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Il foglio A4, la famiglia ricca, la strage: tutta la storia di Kosta Kecmanovic, il killer bambino di Belgrado

kosta kecmanovic killer belgrado
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Aveva pianificato tutto da un mese. L'appunto con l'elenco degli alunni da uccidere. La chiamata alla polizia dopo l'eccidio

Si chiama Kosta Kecmanovic, ha ucciso otto bambini e una guardia e non ha nemmeno 14 anni. Il killer bambino di Belgrado ieri mattina, dieci minuti dopo le 8, è entrato nella sua scuola e ha fatto una strage. L’istituto scolastico Vladislav Ribnikar del distretto di Vrakar è «una delle migliori scuole del paese», secondo il premier serbo Aleksandar Vucic. Kosta Kecmanovic aveva pianificato tutto su un foglio A4. Figlio di un medico e di una dipendente pubblica, ha prelevato da casa le due pistole regolarmente detenute dalla sua famiglia e custodite in cassaforte. Aveva la password. Ha riempito lo zainetto con cinque caricatori ed è partito verso la scuola. Sul foglio aveva annotato lo schema del massacro. Con una piantina delle aule da attraversare per uccidere. Alla polizia ha detto di essere uno psicopatico che ha bisogno di calmarsi.

Il foglio A4 della strage

Nel foglio A4 aveva indicato il primo piano e l’elenco di classi lungo il corridoio. Con gli obiettivi su cui sparare. Si chiamavano «target da eliminare prima di tutti». E l’elenco era preciso: VII-2, VII-3, VII-4. Il capo della polizia di Belgrado Veselin Milic ha descritto il suo percorso: «La stanza di Storia era vicina all’ingresso della scuola. La sua classe ha tenuto questa materia come prima lezione del giorno. Appena arrivato il giovane ha sparato alla guardia di sicurezza. Dopo si è rivolto ai bambini». I genitori sono stati arrestati. Lui, non punibile, finirà in una clinica psichiatrica. I vicini di casa descrivono Kosta Kecmanovic come un ragazzino introverso ma tranquillo. Il killer bambino di Belgrado sarà anche sottoposto ad esami tossicologici. Lo ha detto Irina Borovic, legale del padre del ragazzo, secondo cui successivamente l’adolescente farà ritorno al commissariato di polizia per un colloquio con i responsabili dei Servizi sociali.

Una famiglia ricca e rispettabile

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto che Kosta proviene da una famiglia ricca e rispettabile, e che il padre è medico e professore. «Ho sentito e letto varie notizie secondo cui il ragazzo e i suoi genitori avrebbero seri problemi materiali, addirittura di sopravvivenza. Ma è vero il contrario. Si tratta di persone benestanti, come la gran parte dei genitori degli allievi della scuola», ha detto Vucic in una conferenza stampa. A suo dire, a frequentare la scuola teatro della strage sono ragazzi i cui genitori non guadagnano meno di 300 mila dinari al mese (pari a circa 2.500 euro). Lo stipendio medio in Serbia è attualmente intorno agli 80 mila dinari (650 euro circa). La scuola primaria Vladislav Ribnikar, dove oggi sono stati uccisi otto alunni e una guardia giurata, e feriti altri sei allievi e una insegnante, si trova nel quartiere Vracar, nel centro di Belgrado, una zona residenziale e elegante della capitale serba, con locali alla moda, sede di diverse ambasciate e abitata da numerosi diplomatici e uomini d’affari. In Serbia la scuola primaria dura otto anni, e corrisponde più o meno alle elementari e medie insieme in Italia. Successivamente si accedei ai ginnasi e licei.

La strage pianificata da un mese

È stato lo stesso Kecmanovic dopo la strage a chiamare la polizia già allertata qualche minuto prima da una responsabile della scuola, informandola di aver sparato a numerose persone. Il ragazzo non ha fatto alcun cenno ai motivi del suo gesto. Gli alunni uccisi, sei ragazze e un ragazzo, avevano tutti un’età compresa fra i 12 e i 14 anni. Dalle prime indagini è emerso che Kosta K.aveva pianificato la strage da almeno un mese, era in possesso di una piantina della scuola e di un elenco di allievi da uccidere. Era sempre stato ritenuto un ragazzo diligente, educato e ambizioso, appassionato di astrofisica e sport, con predilezione per karatè e basket. Dalle prime indagini è emerso che Kosta Kecmanovic aveva pianificato la strage da almeno un mese, era in possesso di una piantina della scuola e di un elenco di allievi da uccidere.

La chiamata alla polizia

Un genitore serbo su Twitter ha scritto che il ragazzino si sentiva bullizzato. E che i nomi scritti sul foglio A4 erano quelli dei ragazzini che lo perseguitavano. La vicenda è stata smentita dalle forze dell’ordine. Ma Kekmanovic aveva anche chiesto di essere spostato di classe. E di andare alla VII/2. Un mese fa ha ricevuto un’insufficienza in un test di storia. E sempre secondo i media serbi qualche ragazzino avrebbe esultato. Da gennaio ad oggi con il padre è andato due volte al poligono di tiro. Il governo a Belgrado ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal 5 al 7 maggio. Il ministro dell’Istruzione Branko Ruzic ha fatto sapere che le lezioni, annullate nella giornata odierna, riprenderanno domani con un minuto di silenzio in tutte le scuole del Paese.

Uno psicopatico che ha bisogno di calmarsi

Kosta Kecmanovic ha detto alla polizia di ritenersi «uno psicopatico che ha bisogno di calmarsi». A riferirlo è stato il capo della polizia della capitale serba Veselin Milic. Milic, in dichiarazioni alla tv pubblica serba Rts, ha confermato che è stato lo stesso ragazzo a chiamare la polizia informandola di quello che aveva compiuto nella scuola. «Ha detto di essere stato preso dalla paura, dal panico e da una strana respirazione nel compiere tale crimine, e che gli era sembrato corretto chiamare la polizia», ha riferito Milic. Il capo della polizia ha aggiunto che il ragazzo, «nel colloquio in presenza di rappresentanti del Centro per i servizi sociali ha detto di essere stato ignorato da parte della società, e emarginato nelle comunicazioni e nei giochi durante le vacanze o gite turistiche».

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