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Roma, le attese infinite degli autobus per gli avvisi sbagliati sui display: «Non sono attendibili»

I disagi avrebbero una causa precisa: il disallineamento tra le informazioni gps e i sistemi digitali. Il piano del Campidoglio

Chi vive a Roma, sa che negli ultimi tempi è meno frustrante aspettare Godot che i mezzi pubblici della Capitale. L’avvilimento nasce in particolar modo dalle indicazioni fuorvianti che appaiono sui display e i tabelloni: si legge “bus in arrivo”, ma poi “l’arrivo” tende a durare venti, trenta minuti. Con buona pace di appuntamenti e impegni programmati. Secondo quanto riporta il Messaggero, questi disagi avrebbero una causa precisa: il disallineamento tra le informazioni gps e i sistemi digitali. Così basta il minimo incidente di percorso a sconvolgere la tabella di marcia, senza che l’intoppo si rifletta nelle informazioni fornite al pubblico, che pertanto risultano incoerenti.

«Sono inutili anche le app»

E a pagarne le conseguenze, sono soprattutto i pendolari. Come Alessandro, 32 anni, che lavora in centro e usa il bus per andare verso il quartiere Africano: «Sono inutili anche le app – spiega al Messaggero -. Ormai ho capito che le indicazioni che trovo sui siti non sono più attendibili. Immagino cosa possano pensare i turisti». La situazione non migliora nemmeno scendendo sottoterra: diversi passeggeri della metropolitana hanno infatti raccontato al quotidiano di aver perso le coincidenze di diversi treni, per non aver controllato l’effettiva corrispondenza tra il display luminoso e il passaggio dei mezzi.

Il piano del Campidoglio

A fronte di questi disagi, il Campidoglio avrebbe un piano. A cominciare dalle nuove paline smart: nell’ambito di un ampio finanziamento di 61 milioni di euro di risorse per il Giubileo, ne arriveranno 435, con tanto di schermo Lcd, di cui 20 con un touchscreen interattivo. E poi ci sono 405 paline elettroniche, quelle che anche oggi dicono quali sono i tempi di attesa. Ognuna costerà 30.000 mila euro. Dal primo luglio, infine, comincerà la sperimentazione del sistema Maas (Mobility as a service). Ovvero un concetto globale di mobilità che prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato: include infatti anche auto, biciclette e monopattini in sharing, taxi. Sarebbe in realtà dovuto partire un anno e mezzo fa, a gennaio 2022. Ma anche in questo caso, la puntualità ha lasciato molto a desiderare.

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