Israele, prolungata di altri 11 giorni la detenzione dell’italo-palestinese Khaled El Qaisi: «Il 1° ottobre sapremo di cosa è accusato»

Il ricercatore è stato fermato il 31 agosto al valico di frontiera con la Giordania al termine di una vacanza. La famiglia attende di sapere perché

È stata prorogata di altri 11 giorni, dunque fino al 1° ottobre, la detenzione in carcere del cittadino italo-palestinese Khaled El Qaisi, arrestato da Israele lo scorso 31 agosto al valico di frontiera di Allenby con la Giordania. È quanto ha fatto sapere la famiglia del giovane al termine di un’udienza svoltasi oggi a Rishon Le Tzion. «Il tribunale ha deciso che, al termine di questa lunga proroga, sempre finalizzata alla raccolta di elementi, entro un massimo di 3 giorni a partire dal 1° ottobre le investigazioni dovranno presentare delle accuse poiché il termine per questa forma di detenzione cautelare decadrebbe». Lo scorso 14 settembre, la detenzione di El Qaisi era già stata prolungata di sette giorni. Ma la famiglia contesta radicalmente le «ragioni di sicurezza» che avrebbero portato alla mossa delle autorità israeliane. Repubblica aveva parlato nei giorni scorsi di un’indagine legata all’anti-terrorismo, ma le motivazioni ufficiali dell’arresto sin qui non sono state rese note. L’uomo stava rientrando con la moglie e il figlio di 4 anni da una vacanza in Palestina, lo scorso 31 agosto, quando al valico di frontiera con la Giordania è stato fermato dalle autorità israeliane al controllo bagagli. «Eravamo in viaggio con nostro figlio ed eravamo felici, perché avevamo portato il nostro bambino nei luoghi di origine del padre. Quando all’improvviso Khaled è stato fermato dalla Polizia. Ho provato più volte a chiedere dove lo stessero portando e non ho avuto alcuna risposta», ha detto nei giorni scorsi la moglie Francesca Antonucci. Il marito si trova ora nel carcere di a Petach Tikvah, a 20 km di Tel Aviv. «Eravamo in vacanza, ha visto vecchi amici. Non è successo niente», aveva detto ancora la donna.


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