Milano, Marky Ramone non suona al centro sociale Baraonda davanti alla bandiera della Palestina. Fischi per l’artista – Il video

L’ex batterista dei Ramones dà forfait all’ultimo. Dal palco gli attivisti: «La bandiera rimane, lui può tornarsene da dove è venuto»

Caos sabato sera al CSA Baraonda di Segrate, dove Marky Ramone avrebbe dovuto esibirsi. In realtà il concerto, terza di quattro tappe italiane del tour Blitzkrieg, non si è mai tenuto perché l’ex batterista dei Ramones, che da poco ha acquistato casa a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, ha deciso di non salire sul palco per via di una bandiera palestinese appesa. Del caso ne parla anche Il Giorno. Il CSA Baraonda, fondato nel 1995, sostiene il cessate al fuoco e il popolo palestinese, ha diramato un comunicato sui social e pubblicato un video. Definiscono la posizione dell’artista «ignava e indifferente a quanto sta accadendo a Gaza» e «assurda perché espressa proprio al momento di salire sul palco, non un minuto prima». «Lui e il suo entourage sapevano da mesi in che luogo si sarebbe svolto il concerto e la sua connotazione politica, avevano avuto modo di vederlo giorni prima della data, Marky stesso era presente nello spazio dal pomeriggio ed era stato avvisato della bandiera, accettandone la presenza. Come Collettivo non potevamo ovviamente accettare una tale arroganza e provocazione. La bandiera lì sarebbe rimasta. La rock star poteva tranquillamente tornarsene da dove era venuta», spiegano nella nota. «Il regalo più bello – spiegano – ci è venuto dal pubblico che, alla notizia della nostra decisione di non rimuovere la bandiera e quindi dell’annullamento del concerto, ci ha omaggiati con applausi e apprezzamenti, condividendo in pieno ciò che stavamo facendo».


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