La banca abusiva gestita da 21 cittadini cinesi a Brescia

Le accuse sono associazione a delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio

21 cittadini cinesi sono indagati in un’inchiesta della procura di Brescia per attività bancaria abusiva. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla prestazione di servizi, riciclaggio e autoriciclaggio. Il reato è aggravato dalla transnazionalità. Tre di loro sono stati arrestati in flagranza di reato. Quattro invece sono stati denunciati per esercizio di giochi d’azzardo e riciclaggio. Due sono accusati di essere entrati illegalmente in Italia. Le perquisizioni sono scattate anche nei confronti di dieci entità giuridiche tra le province di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pistoia, Verona, Bolzano, Reggio Emilia, Prato e Udine. La Gdf ha sequestrato un milione e duecentomila euro in contanti. Oltre a sei Rolex, alcuni cellulari e delle macchinette contasoldi. Il gruppo raccoglieva denaro presso i membri della loro comunità. Poi lo utilizzava per monetizzare false fatture. Trasferivano anche soldi dall’Italia alla Cina attraverso applicazioni informatiche crittografate e attraverso il sistema Fei Chen, che permette il trasferimento di soldi su base fiduciaria.


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