Il social di Donald Trump sarà quotato in borsa, approvata la fusione con DWAC. E cosa cambia per il pagamento della multa multimilionaria

L’ex presidente USA possiederà circa il 60% della Truth Social, che al prezzo attuale delle azioni varrebbe circa 3 miliardi di dollari. Un accordo di blocco però gli impedirà di vendere le azioni per sei mesi

Gli investitori di Digital World Acquisition Corp. hanno approvato la fusione con Truth, il social media di Donald Trump. Si tratta di un passo necessario per la quotazione in Borsa lunedì che potrebbe salvare l’ex presidente dalla confisca dei suoi beni. Trump deterrà circa il 60% della società, che al prezzo attuale delle azioni di Digital World varrebbe circa 3,3 miliardi di dollari. Lui e altri investitori potrebbero guadagnare decine di milioni di azioni in più grazie a una clausola di “earnout” legata all’andamento del titolo, ha dichiarato Digital World in un documento SEC. C’è però, sottolinea il Washington Post, una clausola di blocco nell’accordo di fusione, che impedirà a Trump e ad altri importanti azionisti di vendere le loro azioni per sei mesi, a meno che non gli venga concessa una deroga dal consiglio di amministrazione della società. Questo potrebbe limitare la capacità di Trump di utilizzare la fusione per contribuire a pagare le centinaia di milioni di dollari che deve in cause legali. L’ex presidente USA, nuovamente in corsa per la Casa Bianca, non ha la liquidità necessaria per garantire un’obbligazione, che ritarderebbe il pagamento dei 464 milioni di dollari nell’ambito del processo per gli asset gonfiati.


Come si chiamerà la nuova società di Trump, già sul Nasdaq da lunedì

La società post-fusione, che si chiamerà Trump Media, potrebbe iniziare a essere scambiata sul Nasdaq già da lunedì con il simbolo delle iniziali di Trump, DJT. Questo simbolo è stato utilizzato anche per l’unica altra società pubblica di Trump, la Trump Hotels and Casino Resorts, che è crollata in meno di un decennio e ha dichiarato bancarotta nel 2004. La fusione darà a Trump Media 300 milioni di dollari, quote che Digital World aveva inizialmente raccolto dagli investitori. Il cammino delle fusione della società non è stato facile. Secondo quanto ricostruito dal Washinton Post ci sono stati anni di ostacoli e ritardi, a causa delle indagini della Securities and Exchange Commission, che ha accettato un accordo di 18 milioni di dollari, e del Dipartimento di Giustizia, che ha indagato su accuse di insider-trading e riciclaggio di denaro che coinvolgono gli investitori di Digital World.


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