Perché le allergie peggiorano sempre di più: il ruolo del cambiamento climatico, ma non solo

La stagione dei pollini è ormai molto più lunga che in passato, e molti vengono colti di sorpresa dal suo arrivo: la spiegazione degli esperti alla Cnn

Non è un’impressione. Le allergie ai pollini sono sempre più forti e durano sempre di più. La causa principale è il cambiamento climatico, che anticipando l’arrivo della primavera porta a una produzione di polline già alla fine di febbraio. E che si protrae ben oltre i mesi estivi, quando molte persone che soffrono di allergia non sono pronte e spesso non hanno con sé i medicinali necessari. A giocare un ruolo fondamentale sono anche le piogge, negli ultimi anni sempre più violente. Queste – spiegano gli esperti citati dalla Cnn – causano l’esplosione dei granuli di polline, rendendoli più irritanti. Inoltre, negli anni particolarmente piovosi, le piante crescono di più e producono ancora più polline, peggiorando la situazione.


Nuove piante, nuove allergie

Negli anni poco piovosi, invece, la piante producono meno polline, ma questo rimane nell’aria più a lungo senza gocce d’acqua capaci di portarlo verso terra. A cambiare assieme al clima è anche la diffusione delle piante, che con l’aumento delle temperature medie da Sud migrano verso Nord, esponendo chi vive nei luoghi interessati a nuovi allergeni fino a quel momento ignoti al sistema immunitario. «A ogni grado di aumento della temperatura – spiegava al Sole 24 Ore Francesca Puggioni, specialista in malattie dell’apparato respiratorio e capo-sezione clinico organizzativo dell’Immuno Center di Humanitas a Rozzano oltre che membro del consiglio direttivo della Siaiic, la Società Italiana di allergologia, asma e immunologia clinica – la flora si sposta da sud a nord di 100 chilometri. Ad esempio, ora troviamo una diffusione di olivi anche al nord, con la conseguenza che i pazienti sono esposti a più allergeni rispetto al passato».


Le crisi d’asma

«Se guardiamo agli asmatici, le crisi potrebbero essere più frequenti e di più difficile gestione», aggiunge Puggioni, che specifica. «Secondo i dati Istat del 2019 in Italia – prosegue la dottoressa – sono deceduti 500 pazienti per crisi asmatiche acute, nonostante sia una malattia curabile con la somministrazione del farmaco inalatorio più adatto sia in cronico che utilizzato al bisogno. Ma non è solo il clima a incidere sulle allergie. Allo studio ci sono altri elementi che potrebbero influire sul fenomeno. Tra questi c’è il cambiamento del microbioma, ovvero l’insieme dei batteri che vivono sulla nostra pelle e nel nostro apparato digerente, influenzato dalle abitudini alimentari, dall’attività fisica, e dall’uso di farmaci.

In copertina: Alexandru Cofaru | Dreamstime.com

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