Si opera per asportare un angioma, muore durante l’intervento: si indaga sul decesso della 28enne di Acilia Michela Andretta

Secondo i familiari, non c’era «alcun segnale che lasciasse presagire un epilogo simile»

Il 12 maggio Michela Andretta avrebbe compiuto 29 anni. Un compleanno che, però, non festeggerà mai: la giovane di Acilia è morta in clinica, dopo un intervento per l’asportazione di un angioma all’orecchio sinistro. L’intervento era stato fissato alla “Fabia Mater” sulla Prenestina: un appuntamento al quale si era presentata senza particolari preoccupazioni. Di certo, non poteva immaginare che da quella clinica non avrebbe più fatto ritorno. Dopo due ore di operazione, infatti, i medici hanno comunicato ai familiari e al fidanzato in attesa che Michela era morta «per un arresto cardiaco». Una spiegazione che non ha convinto: è già stata sporta denuncia ai carabinieri della stazione di Centocelle per fare luce su quanto accaduto.


La vicenda

Il caso viene ricostruito oggi, 5 maggio, dal Messaggero. Che ricorda come la donna si fosse sottoposta ad altre operazioni in passato, senza aver mai avuto crisi dovute all’anestesia. Michela, per di più, non avrebbe mai presentato rilevanti problemi di salute, anzi: era una sportiva, e per anni aveva ballato hip hop. Per questo adesso i suoi familiari e il fidanzato, Andrea Carboni, non si fanno una ragione di quanto successo. L’avvocato Marina Colella, che li assiste, ha spiegato: «Michela da quanto si è potuto ricostruire finora era entrata in sala operatoria a mezzogiorno. Poi la triste notizia data ai miei assistiti dai sanitari. Il compagno non ha perso tempo e mi ha chiamata immediatamente».


Le indagini

I carabinieri hanno sequestrato la cartella clinica e inviato una prima dettagliata informativa in Procura. Anche il medico legale dell’Asl 2 è intervenuto sul posto. «Attendiamo gli esiti dell’esame autoptico per avere degli elementi indicativi e certi – prosegue Colella -. I familiari sostengono che non ci fosse alcun segnale che lasciasse presagire un epilogo simile. Si può comprendere in che stato d’animo siano. Per loro Michela era una ragazza sana, nel pieno della giovinezza, innamorata della vita. È difficile parlare con loro anche per me in queste ore, faticano a parlare. Qualche parola e scoppiano subito a piangere. Sono increduli e nello sconforto. Non riescono a capacitarsi».

«Impossibile dimenticarla»

Così come affrante appaiono le amiche, che al Messaggero raccontano: «Michela era una ragazza tanto dolce, sempre sorridente, mai indiscreta. Sarà impossibile dimenticarla». Adesso gli inquirenti dovranno stabilire cos’è realmente successo nel corso dell’operazione. Ovvero, confermare la spiegazione secondo cui il decesso sia dovuto a una complicanza. O se invece sia attribuibile a imperizia, o a fattori esogeni, dovuti a choc allergici o patologie non riconosciute.

Foto copertina: Messaggero Roma

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