Inchiesta Genova, Toti parla e pensa alle dimissioni. Aldo Spinelli «incapace di intendere e di volere»?

Oggi l’interrogatorio del governatore. Che dovrà spiegare i soldi sul suo conto. La perizia in arrivo sull’imprenditore e la dichiarazione di parziale incapacità

È arrivato il momento decisivo per la Liguria. Oggi il presidente della Regione Giovanni Toti si farà interrogare dai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti, che conducono l’inchiesta sulla corruzione a Genova. Ai domiciliari dallo scorso 7 maggio, il governatore non ha ancora deciso sulle dimissioni proprio perché aspetta l’esito dell’interrogatorio. Se riuscirà a ottenere la libertà avrà ancora l’agibilità politica per continuare il mandato. Se non ci riuscirà, allora lascerà. E a quel punto cadranno anche i motivi che oggi lo lasciano agli arresti domiciliari. Intanto gli avvocati che assistono Aldo e Roberto Spinelli hanno chiesto un parere sullo stato psicologico dell’imprenditore. L’incarico lo ha ricevuto Marco Lagazza, psichiatra e criminologo.


Parzialmente incapace

Il Fatto Quotidiano fa sapere oggi che i legali Alessandro Vaccaro e Andrea Vernazza hanno chiesto a Lagazza se il comportamento di Aldo Spinelli possa essere in qualche modo spiegabile con lo stato emotivo in cui versava dopo la morte della moglie, avvenuta nel 2021. Il figlio Roberto durante gli interrogatori ha detto che il padre era «impossibile da gestire» e che la famiglia ha pensato più volte di farlo affiancare da un amministratore di sostegno. O addirittura di arrivare all’interdizione. Roberto ha anche sostenuto di aver intimato al padre di smettere di finanziare Toti. Come se Aldo fosse un uomo ricco che non sapeva quello che faceva. Ma sotto la lente c’è anche l’interrogatorio di garanzia, durante il quale l’imprenditore ha cominciato a parlare a ruota libera e contro il parere del suo avvocato. Se la tenuta psicologica dell’imprenditore venisse definita a rischio, la sua situazione potrebbe cambiare di molto. Così come quella degli altri indagati.


I soldi dalla lista Toti al conto di Cozzani

Intanto, oltre ai tre bonifici da 55 mila euro verso il conto personale del governatore, gli inquirenti hanno trovato un altro accredito da 27 mila euro. Stavolta il beneficiario è Mauro Cozzani, l’ex capo di gabinetto di Toti. Ma secondo l’avvocato si tratta di soldi arrivati per il suo ruolo di mandatario elettorale. L’avvocato Stefano Savi dice al Corriere della Sera che il presidente è pronto a farsi interrogare e spera nella libertà. La tesi difensiva rimane la stessa: «Toti afferma di aver fatto ciò che ha fatto in altre centinaia di casi, di cui faremo un elenco, sia per chi ha contribuito ai suoi Comitati sia per chi non lo ha fatto. Perché guardava all’interesse pubblico che era di agevolare gli investimenti in Liguria. Molti sono andati da lui. Qualcuno mandato anche dall’opposizione. Ma si è sempre comportato con tutti allo stesso modo e alla luce del sole. Non vedeva nulla di male ad invitare a contribuire come ha fatto con Spinelli, che ha dato soldi a tutti i partiti. I fondi che arrivavano passavano per vie ufficiali rispettando le regole, quando ciò non è avvenuto i finanziamenti sono stati rifiutati o restituiti».

Le dimissioni del governatore

Riguardo l’accusa di corruzione elettorale, Savi afferma che «È emerso che quelle persone lo facevano un po’ con tutti i gruppi politici, ma si parla di una cena organizzata dai suoi collaboratori di cui Toti sapeva solo che riguardava la comunità riesina». L’interrogatorio è il primo passo verso la richiesta della revoca degli arresti domiciliari che verrà presentata al giudice per le indagini preliminari. E se dovesse essere ottenuta, il presidente potrebbe confrontarsi con la sua maggioranza e decidere se dimettersi o meno. Diversamente la strada è segnata. E la Liguria si preparerà al ritorno al voto.

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