Le tre premier baltiche alle prese con la sfida di Putin: «La Russia non tocchi i confini marittimi»

Sale la tensione dopo le recenti mosse di Mosca per ridefinire i propri confini marittimi

Sale la tensione nei Paesi Baltici dopo le recenti mosse di Mosca mirate a ridefinire i propri confini marittimi. Nelle prime ore di ieri, la Guardia di frontiera russa ha unilateralmente rimosso 25 boe di confine sul fiume Narva, che tracciano il confine con l’Estonia. Operazione che, d’altronde, dà seguito alle intenzioni dichiarate dal ministero della Difesa russo con il progetto di decreto governativo, pubblicato dal Cremlino, che propone un nuovo elenco di coordinate geografiche che altererebbero il confine nella regione occidentale di Kaliningrad, exclave russa tra Polonia e Lituania con accesso al mar Baltico. Secondo il progetto di Mosca, l’approvazione delle nuove coordinate stabilirebbe così «un sistema di linee di base diritte mancanti sulla parte meridionale delle isole russe nell’est del Golfo di Finlandia vicino a Baltiysk e Zelenogradsk», consentendo così l’utilizzo di queste aree come acque interne.


I confini marittimi

Si tratta di fatto di un cambiamento che avrebbe un impatto diretto sul confine marittimo russo, spostando i confini esterni del mare territoriale. Modifica che viene giustificata da Mosca sostenendo che le precedenti coordinate geografiche sarebbero obsolete, registrate su mappe di navigazione marina che si basano su ricerche del XX secolo, pertanto non corrispondenti alla situazione geografica attuale. Da qui l’intenzione di Mosca di dichiarare come proprie acque interne la zona a est del Golfo di Finlandia e nelle vicinanze delle città di Baltiysk e Zelenogradsk. Intenzioni che sembrano prendere forma con la rimozione delle boe al confine tra Estonia e Russia. Alzano le antenne le premier baltiche della Lettonia, della Lituania e dell’Estonia, che si oppongono a quella che definiscono una vera e propria «provocazione» del presidente russo Vladimir Putin, e si dichiarano unite nella condanna delle azioni di Putin e nel fronteggiare le sfide poste dalla Russia.


La condanna delle premier baltiche

La prima ministra estone Kaja Kallas non ha dubbi e su X (ex Twitter) chiosa: «L’azione della Russia rientra in un quadro più ampio del suo comportamento provocatorio in tutta Europa, compreso lungo i suoi confini con i vicini». Immediata la solidarietà all’Estonia dalla premier lettone Evika Silina che dal suo profilo X incalza: «La rimozione delle boe estoni da parte della Russia sul fiume Narva è inaccettabile. Questo incidente di confine fa parte delle attività ibride della Russia in Europa. Li contrasteremo insieme ai nostri Alleati. Siamo solidali con i nostri amici e alleati in Estonia». Sulla stessa scia, interviene la prima ministra della Lituania Ingrida Šimonytė che, sempre dai suoi canali social, sottolinea come Mosca stia «testando un nuovo approccio della sua aggressione ibrida», provocando tensioni sulla definizione e delimitazione dei confini Nato. Di fronte alle dichiarate intenzioni della Russia di ridisegnare unilateralmente i confini marittimi con la Lituania e la Finlandia e la rimozione delle boe estoni sul Narva, la premier prende una posizione netta: «Non prendiamo alla leggera questi incidenti, monitoriamo attentamente la situazione e ci schieriamo solidali con l’Estonia. Uno per tutti e tutti per uno».

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