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Il dovere (e il piacere)
di essere sostenibili

Intervista a Elena Dimichino,
head of Corporate social responsibility di EssilorLuxottica

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Cosa vuol dire per una grande azienda essere sostenibile?

Per rispondere alla domanda - una delle più urgenti del XXI secolo - Open ha bussato alla porta di EssilorLuxottica. Ad accoglierci c’è Elena Dimichino, che dal 2018 coordina i progetti di sostenibilità all’interno dell’azienda come head of Corporate social responsibility. Il suo racconto parte da lontano: da quando l’azienda fondata nel 1961 si è posta l’ambizioso obiettivo di trasformare la missione della sostenibilità in un piano concreto in grado di coinvolgere tutte le anime dell’impresa e tutte le fasi di vita dell’occhiale: dall’idea alla sua distribuzione. A distanza di 5 anni, la sostenibilità in azienda è dappertutto: nell’accesso alle visite oculistiche di chi non ha gli strumenti per curarsi, nei materiali scelti e riciclati, nei progetti di inclusione e welfare per i dipendenti, fino alla foresta di Agordo, ai piedi delle Dolomiti bellunesi. E’ lì, dove tutto è cominciato, dove la bottega di Leonardo del Vecchio si è trasformata anno dopo anno in uno degli esempi più solidi del favoloso capitalismo italiano del Dopoguerra, che si trova oggi lo specchio della missione aziendale: una fabbrica che riduce al minimo scorie e fumo, e genera bosco e bellezza.  Proteggere l’ambiente è solo uno dei cinque pilastri su cui si fonda la visione di sostenibilità di EssilorLuxottica. Un approccio  - spiega Dimichino - che include dimensione sociale, economia circolare, valori etici e sviluppo socio-economico delle comunità locali. Una visione «a mosaico», in cui ogni tessera è legata all’altra. «In ciascun passaggio della produzione - sottolinea - si punta a tutelare contemporaneamente ambiente, diritti umani, diritti del lavoratore, a promuovere pratiche responsabile del lavoro».
«L' occhiale ha una funzione sociale importantissima», ricorda Dimichino, che sottolinea come la vista sia forse il senso più importante: «E’un diritto poterla preservare». Anche per questo è nata la fondazione OneSight EssilorLuxottica, che collabora con le Nazioni Unite per eliminare entro il 2050 i difetti visivi non corretti nel mondo, e punta a «stimolare la creazione di consapevolezza su quanto sia importante proteggere la vista».  Tra le tante sfide, forse la più difficile riguarda la comunicazione: «Noi siamo abituati così: prima si fa e poi si comunica», avverte Dimichino. Un modello che vale anche per la sostenibilità: «La sostenibilità è nel dna della nostra azienda, ma solo da qualche anno abbiamo iniziato a unire tutti i punti per cominciare a raccontare all’interno e all’esterno le nostre molteplici attività». Senza mai dimenticare che - anche grazie all’attenzione reale su questi temi -  si sviluppa la cultura di un’azienda, e un futuro migliore per i nostri figli.
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Eyes on Art, le opere d’arte proiettate da EssilorLuxottica nelle città: «Perché la bellezza è di tutti»

Quando parliamo di sostenibilità, ci viene naturale pensare alla tutela dell’ambiente. Eppure, ci sono diversi modi per interpretare questo concetto. Uno di questi è garantendo accesso universale all’arte, attraverso strumenti nuovi e linguaggi innovativi. Il progetto Eyes on Art di EssilorLuxottica si muove proprio in questa direzione. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: catturare la bellezza di tutto ciò che circonda, mostrando capolavori artistici e opere d’arte dai maxischermi presenti nelle città. Un modo per stimolare l’interesse verso la cultura, alimentare il senso di comunità e ricordarci la bellezza delle opere d’arte a due passi da noi. L’idea è nata due anni fa a Milano, dove l’azienda ha deciso di dare visibilità a tutti i cittadini una selezione di opere d’arte di importanti musei cittadini (dalla Pinacoteca Ambrosiana, quella di Brera, dal Museo Poldi Pezzoli, il Museo Teatrale alla Scala fino alla Fondazione Prada e al Museo Bagatti Valsecchi ) sui suoi maxischermi nelle zone più centrali della città – piazza Cadorna, piazza Cordusio, Corso Matteotti. Oggi l’iniziativa torna, grazie alla collaborazione con ADI-Museo del design, per offrire la visione di alcune delle opere più iconiche della progettazione da interni a Milano e non solo. Già lo scorso anno, infatti, il successo della prima edizione milanese aveva spinto EssilorLuxottica a replicare l’iniziativa anche oltreoceano.
Nel 2021, infatti, Eyes on Art è atterrata a Times Square, la piazza più trafficata di New York e una delle più iconiche al mondo. In questo caso, l’azienda ha proiettato l’ultima opera digitale del celebre artista David Hockney, dal titolo piuttosto eloquente: «Ricordati che non puoi guardare a lungo il sole o la morte». L’arte, però, non è l’unico campo in cui EssilorLuxottica applica la propria visione di sostenibilità. «Essere sostenibili oggi significa perseguire un approccio etico in ogni ambito di attività, rispettando l’ambiente e garantendo il benessere delle nostre persone», commenta Francesco Milleri, ad di EssilorLuxottica. Per questo, l’azienda ha avviato anche l’iniziativa Eyes on Food, una collaborazione con lo chef stellato Davide Oldani per innovare i menù proposti ai dipendenti nelle sedi italiane del gruppo. Le parole d’ordine sono qualità delle materie prime, stagionalità, filiera corti, prodotti locali e attenzione agli abbinamenti proposti. «Siamo orgogliosi di questa prestigiosa partnership con Davide Oldani, che da anni unisce nella sua cucina creatività e scelte sostenibili con una forte attenzione ai dettagli, all’ambiente e alla gestione degli sprechi» conclude Milleri.