“L’Atac è salva”: ok dei creditori a piano concordato

Il piano di rientro dell’azienda è stato approvato dalla maggioranza dei 1200 creditori, ora la palla passa al tribunale Fallimentare

“L’Atac è salva”. Oltre il 50% dei creditori ha votato positivamente alla proposta di concordato preventivo. Un passaggio fondamentale per il “salvataggio” dell’azienda dei trasporti di Roma, partecipata al 100% dal Comune. Ora la parola passa al tribunale fallimentare che dovrà confermare, o meno, il voto dei creditori. 


Tra istituzioni, enti e fornitori, i creditori sono circa 1200: con loro l’azienda ha contratto un debito di 1,4 miliardi di euro. Il Campidoglio, che ha un credito di circa 500 milioni con la sua municipalizzata, sarà l’ultimo a essere ripagato e non ha votato. Non hanno votato nemmeno i creditori privilegiati. “Noi siamo molto fiduciosi che questo concordato riuscirà ad avere l’approvazione dei creditori. Non vedo alcun rischio in proposito”, aveva detto il presidente di Atac, Paolo Simioni, alla vigilia del voto. 


Per risanare l’Atac è previsto un piano di investimenti: dovrebbero arrivare 227 nuovi bus entro il 2019. Per il rinnovo delle metro A e B ci sono 425 milioni messi dal ministero, che si sommano ai circa 500 milioni di investimenti in mobilità in tre anni, previsti dal bilancio di previsione 2019-2021 del Campidoglio. Oltre all’ammodernamento delle metropolitane, si punta al prolungamento della metro C, alla realizzazione di nuove infrastrutture, tram, corridoi filoviari, ciclabili, preferenziali e alla messa in sicurezza degli incroci più pericolosi.

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