Mafia, lo Stato chiede 2 milioni di euro alla famiglia Riina

A un anno dalla morte del boss delle stragi, lo Stato presenta il conto alla famiglia. È la somma dovuta per le spese sostenute per il mantenimento in carcere di “U’ curtu”. 

Il carcere duro costa e 24 anni sono tanti. A un anno dalla morte del boss di Cosa Nostra Totò Riina, lo Stato presenta il conto alla famiglia: una cartella esattoriale che si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di euro. È la somma dovuta per le spese sostenute per il mantenimento in carcere di “U’ curtu”. Il capomafia, arrestato nel 1993 all’incrocio davanti alla sua villa e morto in carcere il 17 novembre del 2017, ha trascorso 24 anni in cella al 41 bis. Sarebbe stato il carcere di Parma, attraverso il ministero della Giustizia, a dare il via al recupero crediti nei confronti dei famigliari di Riina: si tratta dell’ultimo istituto penitenziario dove il capomafia è stato detenuto. Stava scontando una pena cumulativa di 26 ergastoli, era ancora considerato dagli inquirenti il capo indiscusso di Cosa Nostra ed era imputato nel processo per la trattativa Stato-mafia.