Gli oceani si stanno riscaldando più velocemente

Lo afferma una recente ricerca pubblicata sulla rivista Science. La temperatura media si sta alzando con una rapidità maggiore di quella ipotizzata cinque anni fa

Sapevamo già che, a causa dei cambiamenti climatici, il livello di mari e oceani non potrà che aumentare. Questo fenomeno è legato al loro riscaldamento. Abbiamo continue conferme:i risultati di una ricerca pubblicata su Science non fanno eccezione, se non per il fatto che – a quanto pare – gli oceani si riscaldano a una velocità superiore alle aspettative, già poco confortanti.


Un problema più grave di quanto pensassimo

Non si tratta di qualche decimale in più, roba da studiosi pignoli che ci tengono a dare sempre le cifre esatte. E invecela sorpresa è stata tale da far saltare dalla sedia anche i più cinici: stando ai nuovi dati a disposizione, la velocità media del riscaldamento degli oceani è del 40% superiore a quanto riportato dalle Nazioni Unite cinque anni fa.


L’autore dello studio Zeke Hausfather ha spiegato che il 2018 è stato l’anno più caldo mai registrato per gli oceani. Da sempre abbiamo scaricato sui nostri mari il fardello del riscaldamento globale, assorbendo il 93% del calore che abbiamo prodotto. Così sono comparsi almeno due gravi problemi: lo sconvolgimento dell’ecosistema marino e la comparsa di uragani più distruttivi, come Harvey nel 2017 e Florence nel 2018.

Perché sta succedendo?

Non possiamo certo prendercela col mare, visto che le acque fanno il loro mestiere: assorbono il calore in eccesso del pianeta. Se vogliamo trovare un colpevole basta guardarci allo specchio. L’attività industriale dal 1850 ad oggi ha liberato una enorme quantità di anidride carbonica (CO2) imprigionata nelle risorse fossili, generando il riscaldamento globale.Succede perché le risorse fossili, milioni di anni fa, erano foreste e faune. Questi organismi – morendo – si sono accumulati in milioni di anni, divenendo le risorse fossili di oggi econservando tutta l'anidride carbonica che avevano assorbito in vita. Noi in meno di due secoli stiamo liberando nell'atmosfera milioni di anni di CO2, in un ecosistema totalmente diverso.Si tratta di dosi abnormi con effetti ormai difficili da ignorare.

Siamo sulla stessa barca, assieme a orsi e balene

Se proprio non vi interessa nulladel destino di balene e orsi polari, pensiamo anche a cosa significhiper milioni di persone la riduzione delle barriere coralline, alla base di ecosistemi marini importanti per molti Paesi in cui il settore della pesca è una fonte di reddito non indifferente.Nell’arco degli ultimi tre anni, un quinto di tutti i coralli è già morto: se non riusciamo a ridurre le nostre emissioni, cominceremo a non sentirci tanto bene neanche noi.