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Roma, le monetine della Fontana di Trevi non andranno più alla Caritas

12 Gennaio 2019 - 16:18 Angela Gennaro
«Una decisione non è ancora stata presa», spiegano fonti del Campidoglio. Ma da tempo si sta lavorando all'entrata in vigore di un nuovo sistema per usare quei soldi

La Caritas rischia di perdere il "tesoretto" di monetine lanciate dai turisti nella storica Fontana di Trevi a Roma. Per il momento, i soldi continueranno a essere gestiti dalla Caritas fino a fine marzo. Dopo quella data? Si vedrà. Per ora la Caritas non commenta e resta in attesa di capire meglio le evoluzioni della questione. «Una decisione non è ancora stata presa», spiegano fonti del Campidoglio, sebbene si stia lavorando da tempo all'entrata in vigore di un nuovo sistema di impiego di quei soldi, fino a oggi dati dal Comune di Roma alla Caritas per vari progetti sociali. 

Le ipotesi sul tavolo? Che il 'tesoretto' portato dai turisti sia impiegato in parte per il finanziamento di progetti sociali di altre associazioni, quindi non solo dall'organo pastorale della Cei, la conferenza episcopale italiana. E che vada a finanziare restauri e manutenzione del patrimonio culturale. E poi c'è la necessità di trovare un sistema di conteggio delle monete (oggi appannaggio dei volontari Caritas, che lo fanno gratuitamente, e dell'Acea, la multiservizi di acqua ed energia della Capitale).

«Il ricavato della raccolta dovrà essere destinato, al netto di quanto necessario alla copertura delle spese dell'addendum contrattuale con la società Acea spa, in misura prevalente al finanziamento di progetti sociali e per la restante parte alla manutenzione ordinaria del patrimonio culturale», si legge in una memoria della giunta del dicembre scorso. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di lasciare alla Caritas la gestione delle monetine da destinare a progetti sociali specifici, includendo però anche altre realtà. Nel tempo, infatti, sembra che altre associazioni non abbiano gradito il fatto che gli introiti fossero affidati ad un'unica realtà. 

 

Roma, le monetine della Fontana di Trevi non andranno più alla Caritas foto 1

Secondo la leggenda, il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi è un rito propiziatorio per chi vuole tornare nella Capitale. I soldi accumulati sul fondale della fontana costituiscono un gruzzoletto di tutto rispetto: vent'anni fa, dicono le cronache, erano 6mila chili di spiccioli all'anno. Nel 2018, dice la Caritas, un milione e 551mila euro. Prima del 2001 questi soldi venivano dati dal Comune di Roma alla Croce Rossa. Poi l'allora sindaco Walter Veltroni decise di destinarli alla Caritas.

Una decisione, spiegano dall'organo pastorale della Cei, mantenuta da tutte le giunte successive ("compresa quella guidata da Gianni Alemanno", chiosa l'Avvenire) con decisioni che si rinnovavano di quinquennio in quinquennio, fino all'arrivo di Francesco Paolo Tronca, commissario straordinario di Roma Capitale da novembre 2015 al 22 giugno 2016 (dopo la decadenza di Ignazio Marino). Tronca comincia a mettere in discussione questa pratica, e la giunta di Virginia Raggi passa all'azione con la definitiva messa in discussione della consuetudine, istituendo un gruppo di lavoro nell'ottobre 2017 per capire come usare al meglio quei soldi. I soldi vengono usati per "vari progetti sociali" tra cui l'assistenza ai senzatetto e alle famiglie bisognose.

Del milione e mezzo di euro registrato per esempio per l'anno appena trascorso, spiegano dalla Caritas di Roma, buona parte – 600mila euro – è stata utilizzata per la mensa e il centro di accoglienza di Ostia. «Un'altra parte significativa viene utilizzata per attività solidali come ad esempio il rimpatrio delle salme o gli empori della solidarietà». Servizi che ora rischiano se non di chiudere, «certamente di essere ridimensionati». L'appuntamento è per il 1 aprile, quando il Comune dovrà prendere una decisione in un senso o nell'altro. 

 

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