Video spot di Bonafede: chi l’ha girato e a cosa serviva

 Non si arresta la polemica dopo la pubblicazione del filmato sulla cattura di Cesare Battisti. Open ha ricostruito la storia del filmato

Con un po di lungimiranza il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non avrebbe postato quel video – da oltre 230 mila visualizzazioni- sulla cattura di Cesare Battisti sulla sua pagina Facebook con tanto di titolo «Una giornata che difficilmente dimenticheremo!». Se prima non erano bastati i commenti sui social, i vari tweet, e poi gli editoriali e gli articoli di giornale, ora arrivano anche i rinforzi. E a parlare, questa volta, è una fonte interna alla Polizia penitenziaria, che, in relazione a quanto rilasciato sul Corriere da alcuni collaboratori del ministro, ha detto: «Il video è stato realizzato dalla polizia penitenziaria,ma le riprese dovevano rimanere interne al circuito della polizia e non messe in rete a scopi pubblicitari. Così stai sporcando l’immagine delle forze dell’ordine».


Aggiunge poi – la nostra fonte- che, semmai un collega della Polizia avesse lasciato trapelare quelle immagini su qualche social, avrebbe quasi certamente rischiato di finire sotto procedimento disciplinare, e ha infine concluso dicendo: «La gravità sta nell’aver pubblicato immagini che riprendono un’operazione di polizia e persone appartenenti alle Forze di polizia (polizia di Stato e polizia penitenziaria)». Come se non bastasse, a rafforzare le ragioni di chi nelle forze dell’ordine ci lavora, è arrivata la Camera Penale di Roma che ha presentato un esposto in relazione al video, in cui si riprendono le varie fasi dell’arrivo di Cesare Battisti in Italia, comprese le procedure di fotosegnalamento effettuato negli uffici della Questura della Capitale e quelle relative alle impronte digitali.


Per il sindacato dei penalisti romani, presieduto da Cesare Placanica, si tratta di una iniziativa che potrebbe configurare alcune violazioni di legge, tra le quali quella che vieta «la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e quella che prevede che “nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità».

Già la sera del 15 gennaio l’Unione delle Camere Penali, in una nota, aveva affermato che quanto accaduto in occasione dell’arrivo a Ciampino di Battisti è una «pagina tra le più vergognose e grottesche della nostra storia repubblicana». Infine, a compimento di quella che per Bonafede sarà «una settimana che difficilmente dimenticherà!» (cit.), c’è la dichiarazione di Mauro Palma, Garante dei detenuti che ha invitato il ministro a rimuovere il più in fretta possibile quel video dalle pagine social perché frasi e immagini che puntano ad acquisire consenso attraverso un linguaggio estraneo a quello della Costituente, finiscono per consolidare una cultura di disgregazione sociale».