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Buon compleanno Galileo, uno degli ultimi «maghi» della scienza

15 Febbraio 2019 - 11:48 Juanne Pili
Per festeggiare il "compleanno" di Galileo Galilei i complottisti potrebbero smettere di paragonarsi a lui, visto che non venne perseguitato dai suoi colleghi scienziati, ma da chi credeva in tesi supportate solo da credenze religiose

Come possiamo festeggiare il compleanno di Galileo? Proviamo a restituirgli un po’ di profondità, raccontando brevemente alcuni aspetti del grande scienziato, vissuto tra il 15 febbraio 1564 e l'8 gennaio 1642, che solitamente si tende a non ricordare, perché stonano col «personaggio» conosciuto da i più. 

La scienza non ha bisogno di martiri

Di lui si è scritto tantissimo. Qualcuno potrebbe pensare che la scelta dell’abiura (rinnegare le sue idee eliocentriche) fosse stata un atto di pavidità, perché al contrario di Giordano Bruno (1548 – 1600) non si lasciò mandare al rogo. Ma Bruno era un filosofo, non aveva dati concreti, poteva solo testimoniare le sue idee attraverso un sacrificio estremo. Galileo al contrario aveva dalla sua parte la realtà che rispondeva positivamente al modello elegante dell’Universo conosciuto allora: con un Sole al centro e i pianeti che gli ruotano attorno. L’abiura non ha nessun valore scientifico, non cancella la validità di tesi che per altro venivano già sostenute da Niccolò Copernico (1473 – 1543) e Giovanni Keplero (1571 – 1630). 

Tre falsi miti duri a morire

Fu così che il 22 giugno 1633, dopo un lungo processo da parte del Sant’Uffizio, Galileo venne condannato dalla Chiesa a rinnegare le sue tesi sul moto dei pianeti attorno al Sole, contraddicendo il Sistema tolemaico (la Terra al centro dell'Universo) che meglio si sposava ai testi sacri. A questo si aggiunse anche il confino nella propria villa di Arcetri. Arrivati a questo punto si potrebbe aggiungere un bel «E pur si muove!», se non fosse per il fatto che questa affermazione Galileo non la disse mai. Purtroppo non possiamo nemmeno illustrare l’episodio del lancio dei gravi dalla torre di Pisa, perché dell’evento non c’è nessuna testimonianza, né potremmo definirlo l’inventore del telescopio, il suo merito sta piuttosto nell’averlo perfezionato, avendo l’intuizione di puntarlo verso la Luna, i pianeti e le stelle.

L’idolo improbabile dei complottisti

Ogni volta che un teorico delle tesi di complotto viene colto «in flagranza di bufala», una delle sue ultime disperate difese potrebbe essere quella di paragonarsi a Galileo. Anche lui, il complottista, sarebbe un perseguitato che sfida le tesi ufficiali, solo che stranamente questi auto-proclamati «ricercatori indipendenti» non abiurano mai, anzi continuano a pubblicare quello che vogliono, senza subire la benché minima forma di censura. Un altro particolare che evidentemente sfugge a chi si paragona a Galileo, è che il grande scienziato italiano venne condannato da chi credeva in tesi non supportate da studi scientifici, inoltre gli scienziati non erano certo tra i giudici che lo condannarono.

Il più grande scrittore italiano

Padre indiscusso della scienza moderna avendo concepito un metodo scientifico basato sulla verifica delle ipotesi tramite esperimenti, potrebbe essere definito anche uno dei primi divulgatori scientifici: Galileo appoggiava il sistema copernicano, fino ad allora presentato come mero «esercizio matematico» e ha perfezionato il telescopio, ma soprattutto ha scritto i suoi libri con una prosa eccezionale, tanto che letterati del calibro di Italo Calvino lo considereranno il più grande scrittore della letteratura italiana:  

«Il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo, Galileo, appena si mette a parlare della luna innalza la sua prosa ad un grado di precisione e di evidenza ed insieme di rarefazione lirica prodigiose. E la lingua di Galileo fu uno dei modelli della lingua di Leopardi, gran poeta lunare».

Uno degli ultimi «scienziati maghi»

Galileo è vissuto sul serio, non è il personaggio coerente di una storia in costume. Qualcuno potrebbe ancora sorprendersi del fatto che potesse essere anche un «astrologo». Questa competenza allora era implicita nella carica di insegnante di matematica che ottene presso all’Università di Padova. Che si divertisse o meno a «fare oroscopi» rimane un aspetto ancora molto dibattuto. La scienza moderna era davvero agli albori, lo stesso Keplero avrebbe parlato di «influssi astrali», sappiamo che lo stesso Isaac Newton (1642 – 1727), oltre a rivoluzionare le nostre conoscenze con la legge di gravitazione universale, scrisse anche appunti sull'occultismo.

Materie come l’alchimia, l’astrologia e varie altre dottrine «occulte» venivano considerate plausibili all'epoca, non erano state ancora fatte delle verifiche rigorose, queste cose dunque non devono sorprenderci, anzi dimostrano una caratteristica importante che dovrebbero avere tutti quelli che si approcciano alla scienza: una mente aperta, purché si sia disposti a rivedere le proprie convinzioni sulla base dei fatti. 

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