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Canada, Justin Trudeau nei guai: accusato di minacce e pressioni

28 Febbraio 2019 - 23:23 Redazione
Jody Wilson-Raybould ha confessato che il premier canadese le avrebbe chiesto di farsi da parte e trovare un accordo favorevole per un'azienda coinvolta in uno scandalo di tangenti in Libia. Trudeau nega le accuse: «I miei collaboratori hanno sempre agito in modo professionale e adeguato»

Justin Trudeau, il politico che piace, acclamato dai partiti liberali di mezzo mondo, potrebbe doversi dimettere molto presto. Il primo ministro canadese è coinvolto in uno scandalo politico e giudiziario che a sette mesi dalle prossime elezioni presidenziali potrebbe minare la sua possibilità di essere rieletto per un secondo mandato.

L’ex ministro della Giustizia, Jody Wilson-Raybould, ha rivelato di aver subito pesanti pressioni, inappropriate e velate minacce dal gabinetto di Trudeau, per indurla a intervenire in alcuni procedimenti giudiziari legati all’azienda SNC-Lavalin.

A tre settimane dallo scandalo corruzione che ha portato alle dimissioni di uno dei più fidati consiglieri del Primo ministro, Gerald Butts, Wilson-Rayboulds è stata ascoltata dalla commissione giustizia sulla vicenda della società SNC-Lavalin. Secondo quanto ha rivelato il quotidiano Globe and Mail, l’azienda del Quebec è coinvolta in uno scandalo di corruzione in Libia.

L’azienda avrebbe offerto 47.7 milioni di dollari di tangenti al governo libico, guidato allora da Muammar Gheddafi, per ottenere in cambio l’assegnazione di alcuni progetti infrastrutturali nel Paese, tra cui quelli relativi alle condutture idriche della città di Bengazi e in altre parti della Libia.

L’ex ministra avrebbe ricevuto «pressioni costanti da parte di più persone all’interno del governo per intervenire politicamente e in modo inappropriato per giungere a un accordo negoziato con la SNC-Lavalin», ha testimoniato l’ex ministra giovedì 28 febbraio.

L’accordo al quale la Wilson-Raybould fa riferimento avrebbe evitato un processo lungo e costoso al gigante canadese nel settore dell’edilizia, che impiega 50 mila persone nel mondo, di cui 9 mila in Canada. Se condannata, la multinazionale non potrebbe più firmare contratti pubblici per i prossimi dieci anni, mettendo a rischio il suo futuro.

Secondo la Wilson-Raybould, in seguito al suo rifiuto di intervenire sul caso, è stata rimossa dall’incarico di ministro della Giustizia è le è stato affidato il meno prestigioso ministero degli ex veterani.

Il primo ministro Trudeau ha respinto ogni accusa, sottolineando che i suoi «collaborati hanno sempre agito in modo professionale e adeguato. Sono in totale disaccordo con la descrizione degli eventi fatta dall’ex ministra della Giustizia».

Inoltre, la rielezione di Trudeau passa proprio dall’appoggio della provincia francofona. Dove la sua difesa dell’azienda civile è stata largamente apprezzata dalla popolazione. La vicenda ha spinto il leader dell’opposizione, Andrew Scheer, a chiedere le dimissioni di Trudeau per aver affermato il falso e aver ostacolato un processo giudiziario.

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