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«Torno al lavoro: l’Italia non è questa». Intervista al pizzaiolo discriminato perché nero

17 Marzo 2019 - 22:18 Olga Bibus
Masamba ha 21 anni e viene dal Gambia. Secondo il gestore, la pizzeria dove lavora per settimane non ha avuto clienti a causa del colore della pelle del ragazzo. La sua storia è diventata virale e in tanti gli hanno voluto mostrare solidarietà

Giacca bianca da cuoco, cappellino in testa, Masamba è pronto a infornare le sue pizze. Sul bancone della cucina, gli ingredienti essenziali: l'impasto di acqua e farina, la passata di pomodoro e la mozzarella. Masamba Gaye è tornato a lavoro dopo quasi un mese di assenza. «Ora sono felice», dice il ragazzo che per più di 20 giorni non ha lavorato perché i clienti, a detta del gestore, avevano deciso di boicottare il locale.

La causa sarebbe proprio il pizzaiolo, la cui "colpa" è quella di avere la pelle nera. Il ragazzo, 21 anni, viene dal Gambia: lavorava nella locanda Malatesta di Rimini da circa due mesi prima di andarsene per l'antipatica vicenda. Il motivo? Si sentiva «troppo in colpa» per la mancanza di clienti e non voleva «causare al gestore altri guai», dice a Open in un italiano niente male per chi si trova in Italia da meno di due anni.

Perché ha deciso di tornare a lavoro?

«Sono tornato perché Riccardo, il titolare, mi ha chiamato per dirmi che da quando la storia era uscita sui giornali tutti lo chiamavano chiedendo di me e allora mi sono convinto a rimettermi la giacca da cuoco. Ero andato via a malincuore, mi sentivo troppo male, in colpa».

E ora come sta?

«Adesso bene, sono felice perché sono tornati i clienti. Ma quando ho letto quel brutto messaggio su Facebook ci sono rimasto malissimo. Ho subito detto a Riccardo: "Qui non mi vogliono, devo andare via", ma lui non ha voluto, e i clienti continuavano a calare, nessuno ordinava più le pizze, oppure le ordinavano e non le venivano a prendere. Così che ho deciso di andarmene io».

Cosa vuoi dire a chi ha scritto quelle parole e anche a chi poi non è più venuto in pizzeria?

«Forse pensano che noi che abbiamo la pelle nera siamo sporchi, non vogliono che tocchiamo il loro cibo, ma non è così. Voglio dire solo che non è così, li invito a venire qua, a vedere che non c'è differenza se la pizza la prepara chi ha la pelle nera o la pelle bianca. Siamo tutti uguali. Io sto studiando all'alberghiero e mi sono innamorato di questo lavoro».

«Torno al lavoro: l'Italia non è questa». Intervista al pizzaiolo discriminato perché nero foto 1

Musamba al lavoro nella locanda Malatesta

Finiti gli studi cosa farai? Come ti vedi "da grande"?

«Sempre in cucina. Spero di diventare un cuoco un giorno, sto studiando per quello. Continuerò a cucinare e a fare le pizze. E spero di poter rimanere qui nella locanda».

In passato ha mai subito forme di discriminazione?

«No, è la prima volta. Per questo ci sono rimasto così male. Da quando mi hanno salvato dal barcone con cui sono fuggito dalla Libia, sono sempre stato trattato bene. Io vengo dal Gambia, un Paese poverissimo, che ho lasciato credendo di andare in Niger, dove il figlio di una mia vicina di casa mi avrebbe trovato lavoro. Invece non c'era nessun figlio: la vicina mi aveva venduto a un trafficante che mi ha portato in Libia, dove ho vissuto per sei mesi in una prigione: vivevamo tutti ammassati in una stanza, non c'erano i bagni. Ho visto morire tante persone. Quindi quando sono riuscito a scappare dalla prigione, scavando per settimane un buco che mi portasse fuori, e ho preso il barcone per me è stata la liberazione. Ho rischiato di morire, l'Italia per me è un paradiso»

Dopo questo brutto episodio non ha perso la fiducia negli italiani?

«No, gli italiani sono delle brave persone. Mi hanno sempre aiutato. Chi ha scritto quel commento ha sbagliato e anche chi non è più venuto qua. Ma questo non significa che tutti gli italiani sono così e lo hanno dimostrato tutte quelle persone che continuano a chiamare e a venire qua per starci vicini».

«Torno al lavoro: l'Italia non è questa». Intervista al pizzaiolo discriminato perché nero foto 2

Il cartello che il titolare della pizzeria ha appeso fuori dal locale
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