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La resistenza delle Ong: 1 milione di donatori nonostante la campagna di delegittimazione

24 Marzo 2019 - 06:51 Redazione
Nel 2017 le organizzazioni non governative sono state accusate di collusione con gli scafisti. Eppure negli ultimi due anni le donazioni sono aumentate. I dati di Openpolis

Sono dati inaspettati quelli che rivela Openpolis: nonostante la campagna di delegittimazione delle ONG iniziata nel 2017, negli ultimi due anni le donazioni alle organizzazioni non governative sono aumentate. Secondo il centro di ricerca, tra il 2014 e il 2017 le risorse delle Ong hanno registrato un incremento del 28,3%. Circa il 40% delle entrate di questo tipo di organizzazione viene da fonti private, tra cui il 5X1000. Le 110 ONG che hanno rilasciato a Openpolis i dati relativi al 2017 hanno ricevuto tramite questo sistema 26,6 milioni di euro: nello stesso anno i partiti politici hanno accumulato, attraverso il 2×1000, solo 15,3 milioni.

Le campagne di delegittimazione

La delegittimazione di queste organizzazioni è avvenuta soprattutto in relazione all’immigrazione, all’asilo e all’accoglienza. «Ong e scafisti, ecco le prove della complicità, sotto gli occhi dell’elicottero dell’Unione Europea…Ma quando lo diceva la Lega eravamo matti… #STOPINVASIONE», scriveva il ministro dell’ Interno Matteo Salvini, pubblicando un video che – a detta sua – incriminava le organizzazioni non governative. Anche Beppe Grillo, il co-fondatore del Movimento 5 Stelle, ha parlato del «ruolo oscuro delle ONG». Le organizzazioni sono state accusate a più riprese di collusione con gli scafisti. Nonostante questo, 1.159.351 donatori privati hanno deciso di destinare i propri risparmi a sostegno della loro missione e 84.000 volontari hanno dedicato il proprio tempo libero alle loro cause. Le accuse erano state lanciate da un articolo del Financial Times del 15 dicembre del 2016 che, citando un rapporto Frontex, metteva in causa la buona fede delle delle organizzazioni umanitarie.

Sono seguite varie inchieste delle procure di Palermo, Trapani, Catania e Ragusa, quasi tutte archiviate o in via di archiviazione. La commissione di difesa del Senato, sollecitata da alcuni senatori della Lega e di Forza Italia ad aprire un’indagine conoscitiva sull’azione delle Ong nel Mediterraneo, ha ascoltato Riccardo Gatti, coordinatore dell’ONG Open Arms. «Non avrei mai immaginato di dover spiegare a dei senatori della Repubblica del mio paese l’attività di soccorso in mare», ha affermato Gatti. «Ci hanno accusato di favorire il business dell’accoglienza e di farlo per un’ideologia politica. Ma la verità è che se non ci fossero dei morti in mare noi non saremmo lì». Sembra che gli italiani abbiano scelto la sua versione. 

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