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La curia di Lecce non fa esibire Levante: «Testi troppo irriverenti». L’artista: «Accuse spaventose»

11 Aprile 2019 - 10:53 Redazione
La cantante aveva chiesto l'autorizzazione per poter cantare sul palco in piazza Duomo, davanti alla Cattedrale. Il portavoce del Vescovo: «Lo spettacolo deve essere idoneo alla sacralità del luogo». L'artista ribatte: «In Italia abbiamo questo tipo di ostacoli»

Niente da fare per la cantante siciliana Claudia Lagona, in arte Levante: la Curia della città di Lecce ha rifiutato il suo concerto previsto per il 6 agosto, già annunciato dall’artista sul suo sito ufficiale. L’evento era già stato pubblicizzato anche dalla piattaforma di vendita di biglietti Ticketone. Il motivo del “no” sarebbero i testi delle sue canzoni, considerati dalla commissione eventi della Curia «troppo irriverenti». I vescovi hanno deciso di non lasciare spazio all’esibizione di Levante, nonostante la piazza sia già stata aperta ad altri artisti durante il periodo estivo (come Il Volo e Fiorella Mannoia).

Le motivazioni del no della Curia leccese

Vincenzo Paticchio, il portavoce del vescovo della città Michele Seccia, ha dichiarato che la Curia vuole «aprire piazza Duomo agli eventi», ma a condizione che «i contenuti delle manifestazioni ospitate siano in sintonia con i valori del luogo». «Bisogna che ci sia compatibilità fra i testi, lo spettacolo, e la sacralità del luogo», hanno fatto sapere dalla Curia. «Evidentemente con i testi di Levante c’è qualche problemino». «È vero – ha detto Paticchio – i giovani vanno incoraggiati. Ma certi testi sono troppo irriverenti per essere cantanti nella piazza simbolo della Chiesa di Lecce». L’entourage dell’artista è dunque costretto a fare marcia indietro e a cercare un’altra location per l’esibizione.

La risposta di Levante

La cantante rimasta «incredula» e in silenzio per verificare che le ragioni della cancellazione del concerto fossero confermate, ha affidato la propriarisposta a un videomessaggio pubblicato sul suo profilo Instagram. «Quando mi è stato detto che c’erano un po’ di problemi per la data di Lecce, probabilmente per un rifiuto della Curia della città, per un attimo sono rimasta incredula», inizia così il messaggio dell’artista siculo-torinese. «Mi hanno tutticonfermato che questa voce è verae reputo ciò una cosaspaventosa – ha aggiunto Claudia Lagona – La chiesa ci insegna ad analizzare i testi: li leggiamo, li analizziamo, li comprendiamo, li facciamo nostri. Qui invece siamo davanti a delle persone che si sono fermate a leggere un titolo e non hanno analizzato un testo».

L’artista allora incalza e spiega il senso del brano incriminato dalla curia leccese GesùCristo sono io: «Visto che si è parlato di sacralità e del fatto che io ho offeso non so quale tipo di sacralità, vorrei rispondere col fatto che io ho difeso la sacralità. Ho difeso la sacralità della donna: ho paragonatoi dolori di una donna maltrattata ai dolori di un Cristo, quindi non c’è nessuna offesa da parte mia», spiega Levante, che però non ci sta e, per non lasciare a bocca asciutta i fan che l’aspettavano con trepidazione e che reclamavano chiarimenti sulla data di Lecce,rilancia senza mezzi termini:«Finché c’è qualcuno ad ascoltarmi io prendo la chitarra e vado a suonare all’angolo di una strada e va bene così. In Salento ci suono, un posto lo trovo. Il problema non è il cambio di location, il problema è che in Italia abbiamo questo genere di ostacoli. Riflettiamoci».

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