La lista nera dei vip che non danno le mance. Ci sono anche Fedez e Chiara Ferragni

 L’associazione che rappresenta le principali piattaforme di food delivery ha condannato la lista. «Parlano tutti della lotta di classe 2.0 e poi mettono l’attenzione sulle mance. La mancia fa parte di un retaggio americano, simbolo dello sfruttamento capitalista. Le liste di proscrizione pubbliche puzzano di fascio», replica Fedez

I rider milanesi hanno festeggiato il 25 aprile a modo loro. Su una pagina Facebook chiamata Deliverance Milano, di cui non si conoscono i gestori, dei sedicenti rider hanno pubblicato una lista nera in cui fanno i nomi di celebrità, principalmente nomi dello sport e dello spettacolo (inclusi gli influencer) che si sarebbero distinti per la loro taccagneria. Tra questi ci sono anche la coppia più amata dai social, Fedez e la sua moglie Chiara Ferragni. Ma anche Leonardo Bonucci, Paolo Cannavaro, Gonzalo Higuain, Fabio Rovazzi, Noyz Narcos e Marracash. Persino Platinette è finita nella blacklist degli avari che, nonostante la grande ricchezza personale, non amano – secondo l’accusa lanciata sui social – elargire mance a chi li serve e riverisce, ad ogni ora del giorno, come sottolineano gli autori del post. Si tratta non soltanto di un attaco ad personam ad alcune facce note, ma una provocazione tesa a sottolineare le difficili condizioni professionali a cui vanno incontro i lavoratori precari che «sono in strada sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente, senza assicurazione». Da quì la richiesta di maggiori tutele e di non dover essere tassati sulle mance che ricevono. Quando le ricevono.


BUON 25 APRILE E BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE A TUTT*!SE L'INFORMAZIONE È POTERE NOI RIDER LIBERIAMO I DATI!Questa…


Posted by Deliverance Milano on Thursday, April 25, 2019

Ritmi di lavoro sostenuti che li portano a conoscere i loro clienti nell’intimità della loro casa e della loro vita privata. Una fonte di ricchezza, non soltanto in termini di vendite, ma anche di raccolta di informazioni. Di dati sulle abitudini e i gusti dei loro clienti. È quì che la polemica assume dei toni sinistri. Gli autori vogliono maggiori tutele – un salario minimo, diritti sindacali, reddito incondizionato e previdenza sociale adeguata – e per ottenerle sono disposti ad usare le armi di cui dispongono. «Ricordatevi sempre una cosa clienti: entriamo nelle vostre case, vi portiamo il cibo e qualsiasi altra cosa vogliate, praticamente a tutte le ore del giorno, siamo in strada sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente, senza assicurazione. Sappiamo tutto di voi. Sappiamo cosa mangiate, dove abitate che abitudini avete».

La reazione dell’associazione

La “lista nera dei vip” ha ricevuto la condanna di AssoDelivery, associazione che rappresenta le principali piattaforme di food delivery (Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e UberEats) «Siamo sconcertati dalle dichiarazioni pubblicate su Facebook dal gruppo Deliverance Milano, soprattutto in relazione al tema della privacy e alle minacce, neanche troppo velate, che sono state rivolte ad alcuni consumatori. Già segnalato l’accaduto alle autorità competenti». 

La replica di Fedez

Fedez, anche lui nella lista dei “tirchi” insieme alla moglie Chiara Ferragni, ha colto l’occasione per una riflessione sul tema mance e diritti dei lavoratori. «Mi sono appena svegliato leggendo questa fantastica notizia della lista segreta dei personaggi famosi che non lasciano le mance. Al di là della totale infondatezza della notizia, volevo dire una cosa: parlano tutti della lotta di classe 2.0 e poi mettono l’attenzione sulle mance. La mancia fa parte di un retaggio americano, simbolo dello sfruttamento capitalista», dice il rapper in un video postato sui suoi canali social. «In America le mance sono obbligatorie perché il datore di lavoro ti può pagare di meno e se tu non dai la mancia causi un danno. La tua sopravvivenza di lavoratore non può essere garantita dal cliente, rischi di fare una vita di m….. Non capire questo e spostare l’attenzione sulle mance è la cosa meno di sinistra e meno lotta di classe possibile», dice il rapper. E conclude: «Le liste di proscrizione pubbliche puzzano di fascio». 

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