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«Manifestazione fascista»: la procura di Milano indaga sul corteo dell’estrema destra per Ramelli

29 Aprile 2019 - 22:41 Redazione
Al presidio hanno partecipato circa mille persone. Ci sono stati momenti di tensione quando le forze dell'ordine hanno dato il via a due cariche di alleggerimento per fermare il corteo non autorizzato dal prefetto

Dopo le polemiche e i tafferugli,la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta sulla commemorazione di Sergio Ramelli, il militante 18enne di estrema destra che fu ferito a morte da due studenti di medicina attivisti di Avanguardia Operaia nel1975. Le ipotesi di reato sonomanifestazione fascista e manifestazione non autorizzata. Davanti al murale di Ramelli quasi tutti i partecipanti – un migliaio circa – hanno chiamato "il presente"e fatto il saluto romano: per questo è probabile che gli indagati siano diversi.

La prefettura – inizialmente – non aveva autorizzato il corteo. I manifestanti, però, si sono ritrovati lo stesso in piazza. Quando hanno cominciato a muoversi -un gruppo di neofascisti si sarebbe staccato per raggiungere la contromanifestazione antifascista -la polizia è intervenuta con due cariche di alleggerimento: due persone sono rimaste ferite, in modo non grave. Alcuni hanno accusatole forze dell'ordine«di essere stati manganellati».

«Manifestazione fascista»: la procura di Milano indaga sul corteo dell'estrema destra per Ramelli foto 1

Durante il presidio un esponente di un gruppo skinhead ha perso conoscenza e si è accasciato a terra. Altri manifestanti gli hanno fatto un massaggio cardiaco e l'uomo ha ripreso conoscenza. Non è ancora chiaro se si sia trattato di un normale malore o se lo svenimento è stato una conseguenza dei tafferugli scoppiati con le forze dell'ordine.

Dopo i tafferugli, gli agenti hanno permesso ai militanti di estrema destra di proseguire il corteo e giungere a destinazione: davanti alla lapidedi Ramelli,in mille hanno fatto il saluto romano per omaggiare il 18enne ucciso.Il "29 aprile nero" di Milano aveva già causato molte polemiche per i divieti imposti dalla Prefettura e criticati aspramente da qualche parlamentare.«Non si dovrebbe mai vietare un corteo – ha commentato Ignazio La Russa, attaccando ledisposizioni del prefetto che ha autorizzato solo un presidio e non il corteo -. Non se si è svolto per anni senza incidenti. La mano tesa è un modo di commemorare dei morti non è apologia, e per chi lo fa c'è la magistratura, che infatti archivia perché non è reato».

Contemporaneamente al corteo di estrema destra, Anpi e Memoria antifascista hannoorganizzato un presidio in piazzale Dateo e poi un breve corteo fino alla targa di Gaetano Amoroso. L'uomo venne accoltellato da estremisti di destra il 27 aprile 1976 e morì poi il 30 aprile successivo. Una corona è stata posta in via Uberti dove avvenne l'aggressione. «Noi abbiamo sempre condannato l'omicidio Ramelli e quello di Pedenovi. Ma bisogna applicare le leggi Scelba e Mancino e sciogliere le formazioni neofasciste», ha detto il presidente provinciale dell'Anpi, Roberto Cenati.

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