Sappiamo il suo nome, il suo ruolo e per chi lavora. Dopo tre anni, l’uomo che ha rapito e consegnato alla morte Giulio Regeni ha finalmente un volto. Si tratta di Sharif Magdi Abdelal, 35 anni, ufficiale della National Agency Security, i servizi segreti egiziani che lavorano per il Governo. A dirlo è il Tg La7.
È stato lo stesso Abdelal a confessare cosa ha fatto a Giulio: «Caricammo il ragazzo in macchina e io stesso lo colpii più volte duramente al volto». L’ha fatto nel 2017, durante un pranzo a Nairobi, capitale del Kenya, insieme ad alcuni colleghi.
Per sua sfortuna, un uomo, seduto a poca distanza dal suo tavolo e in grado di capire l’arabo, ha ascoltato tutta la conversazione. E l’ha riferita in modo estremamente dettagliato ai magistrati romani, che lo considerano attendibile.
Il testimone è sicuro che a parlare fosse Sharif Magdi Abdelal perché alla fine del pranzo è andato a presentarsi e i due si sono scambiati un biglietto da visita.
Venerdì 3 maggio Sharif Magdi Abdelal è stato tema di conversazione tra il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, e il presidente egiziano al-Sisi. Contestualmente, la procura di Roma ha inviato le sue evidenze a quella del Cairo, che adesso dovrà rispondere con solerzia.
Il pubblico ministero Sergio Colaiocco, nella rogatoria inviata in Egitto, chiede altri dettagli su Sharif Magdi Abdelal e sul suo viaggio in Kenya nel 2017. Il pm ha chiesto le fotografie e le informazioni di 10 poliziotti egiziani che sarebbero coinvolti nella vicenda.