L’esercito ha sempre meno giovani. L’accusa del generale: «Non sono abituati alla disciplina»

Per il generale Salvatore Farina,  in audizione oggi 15 maggio alla commissione Difesa della Camera, le nuove generazioni sono «restie ad abituarsi a ritmi di vita e orari scomodi», alla «mancanza di comfort» e alla «lontananza dagli affetti».

La posizione del generale Salvatore Farina,  in audizione oggi 15 maggio alla commissione Difesa della Camera, non lascia spazio a equivoci: i giovani italiani «non sono abituati ad un regime di vita rigoroso e disciplinato». 


E così ci risiamo. Oltre ad essere un «popolo di fuoricorso sfigati» con poca voglia di fare, di «bamboccioni» e di «schizzinosi» (choosy), ora le nuove generazioni sono anche «restie ad abituarsi a ritmi di vita e orari scomodi», alla «mancanza di comfort» e alla «lontananza dagli affetti». Tanto da lasciare dopo appena 15 giorni di servizio volontario, «senza avvenimenti particolari». 


Essere «sotto le armi» a «fronteggiare stress psicofisico elevato» e «scenari estremi», non costituisce l'ambizione primaria dei millennials europeei – che magari preferiscono continuare gli studi universitari o lanciarsi in altre professioni più creative. «La nostra società che sta cambiando – ha continuato il capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano- con un mutamento dei modelli educativi che comportano una certa difficoltà dei giovani a confrontarsi con l'autorità».

Seconda Farina questa progressiva mancanza di interesse dei più giovani nei confronti delle forze armate potrebbe creare dei problemi per la salute dell'Esercito. L'età media elevata «è in antitesi con la professione delle armi», ha specificato Farina non essendo adatta a sopportarne i ritmi. 

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