Jorginho-Bernardeschi, l’Italia (in verde) batte la Grecia 2-0 e vola a Euro 2020 da prima del girone

Dopo un primo tempo di sterile palleggio, la squadra di Mancini stacca il pass per il campionato europeo

L’Italia si qualifica con tre turni di anticipo, e da prima del girone, ai prossimi Europei itineranti del 2020. A Roma, davanti a 60mila spettatori, la Nazionale stende 2-0 la Grecia e, grazie al settimo successo in altrettante gare, ottiene il pass artimetico. Mai ci siamo qualificati al Campionato d’Europa con così largo anticipo.

Dopo un primo tempo in cui gli azzurri sono in verde (divisa) e al verde (di gol), decidono nella ripresa Jorginho su rigore e Bernardeschi. Gli ellenici, spenti sotto porta, sbagliano due semplici gol (uno per tempo) in una partita impostata dagli ospiti sulla vecchia logica del catenaccio.


Roberto Mancini, Ansa

Un’ora senza sfondare

Il primo tempo è un continuo e sterile possesso palla azzurro. Colpa della lentezza della manovra italiana, ma ancor prima merito (con buona pace degli esteti di stampo guardioliano) di una Grecia consapevole dei propri limiti (non c’è neanche il ‘napoletano’ Manolas) e che si schiera con un 5-5-0 definito 4-5-1 solo per esercizio di scrittura.


Catenaccio in versione greca

Gli ellenici alzano un muro e l’Italia ci sbatte contro, come fosse gomma. Il 4-3-3 di Mancini è un 3-3-4 a tutti gli effetti: Spinazzola fa l’ala sinistra, Insigne si accentra con Immobile e Chiesa va a destra. Ma non si tira mai anche perché gli ospiti fanno una densità che, senza l’ausilio del vecchio ‘Rocci’, è riassumibile e traducibile nel vecchio catenaccio.

Ansa

Possesso palla al 72%

I tentativi di Jorginho e Verratti di aprirlo sono vani. E così, con gli spazi sigillati e D’Ambrosio claudicante per un colpo subito (e che tarda a salire con la linea del fuorigioco), la Grecia rischia addirittura di passare nell’unica occasione del primo tempo: Donnarumma copre bene il suo palo sul tiro di Koulouris. L’unico in porta delle due squadre nei primi 45′ che l’Italia passa per il 72% del tempo con il pallone tra i piedi. Senza fare nemmeno i graffi.

Manca la torre

E’ un primo tempo di avarizia pura a livello di emozioni. Con Insigne non al top (come nel Napoli in questo periodo), e Chiesa che si fa male a un flessore negli ultimi 5 minuti del primo tempo. Dentro Bernardeschi. Ma il problema resta il solito: contro squadre arroccate, nonostante un reiterato possesso di palla e una buona qualità media degli interpreti, si patisce l’assenza di un attaccante di peso (Immobile è solo, Belotti in panchina). Manca la torre dei vecchi tempi. Oggi l’Italia ha più fraseggio e meno centimetri.

Ansa, il rigore di Jorginho

Paura e Rinascimento

Impiega un quarto d’ora, e rischia anche di farsi nale, l’Italia per aprire il fortino greco nella ripresa. Un volo di Paschalakis su colpo di testa di Immobile e un clamoroso errore di Koulouris (che spara sull’esterno della rete dopo una pessima uscita palla di Verratti) anticipano il rigore di Jorginho; propiziato da un tiro di Insigne parato da Bouchalakis, che portiere non è. Dal dischetto Jorginho (3 su 3 dagli 11 metri) è una sentenza.

Nonostante lo svantaggio la Grecia non smuove più di tanto il suo atteggiamento distruttivo. Il baricentro ellenico resta molto basso e viene scosso da una sventola da fuori di Insigne: fuori, non di molto.
La gara è nelle mani dell’Italia che, però, deve spaventarsi di nuovo dal nulla (Bakasetas spara e in orbita un rigore in movimento) prima di chiuderla con uno shoot da fuori di Bernardeschi (77′), deviato imparabilmente dalla difesa greca.

Missione compiuta. Martedì si va in Liechtenstein per ulteriori step di crescita. Ma con i biglietti per Euro 2020 già prenotati.

Foto di copertina Ansa

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