Baggio e l’incubo del rigore sbagliato a Usa ’94: «Quando vado a dormire, ci penso ancora» – Il video

di OPEN

Un monumento del calcio italiano e mondiale, con quell’episodio che ancora lo perseguita

Sono passati 25 anni da quel rigore funesto sul campo di Pasadena, in California. Erano i Mondiali negli Stati Uniti, la finalissima arrivata fino ai penalty tra Italia e Brasile e finita di fatto con quel pallone – pesantissimo – che Roberto Baggio ha fatto volare sopra la traversa, e con lui le ultime speranze azzurre di vincere quella Coppa del Mondo che arriverà solo 12 anni dopo a Berlino. Tanti lettori di Open possono aver visto quella scena solo su YouTube o dagli amarcord che ogni tanto passano in tv, per il Divin codino – come veniva chiamato Baggio, che impose anche una moda tra i barbieri di mezza Italia, felicemente tramontata – invece è un ricordo ancora troppo vivo, che continua a perseguitarlo: «Non sarà stato il rigore decisivo, ma ho dato il colpo di grazia».


Si rimprovera ancora oggi di quell’errore, quando lo ripesca al Festival dello sport di Trento: «Tante volte, quando vado a dormire, penso ancora a quel rigore». Durò un attimo, sembrava un’eternità: «Sognavo una finale Italia-Brasile sin da bambino – ha detto Baggio – Stare in nazionale per me era un momento particolare, quella maglia era qualcosa di straordinario e incredibile per me, mi ci sentivo bene». «La mancata convocazione del 2002 è una ferita non rimarginata paragonabile al calcio di rigore di Pasadena, forse passo per presuntuoso o arrogante, ma per una volta non mi interessa, credo che alla fine meritassi di essere tra i convocati di quel Mondiale. Perché ho avuto un’operazione e sono tornato dopo 77 giorni in campo. Meritavo di andarci anche solo senza giocare, a parte che avrei giocato… Era forse qualcosa che il calcio mi doveva e non è stato così e forse è anche per questo che oggi mi allontano».


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