Di Maio blinda la plastic tax: «C’è chi guarda alle prossime elezioni e chi alle future generazioni»

Il ministero degli Esteri è arrivato a Shanghai per partecipare al secondo China International Import Expo

Nella polemica sulla plastic tax interviene, dalla Cina, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «I politici guardando alle prossime elezioni, gli statisti guardano alle future generazioni», dice Di Maio, citando Alcide De Gasperi. Il leader dei 5 Stelle ribadisce quindi, ancora una volta, di non avere intenzione di ascoltare le grida di critica che si sollevano dal Pd contro il provvedimento in manovra.


«La cosiddetta plastic tax è prima di tutto una tassa che aiuta l’Italia a convertire la propria produzione e a inquinare di meno. Dopo tanti anni in cui si è parlato dell’effetto della plastica nei mari, l’Italia ha deciso di cominciare una conversione veloce sul proprio sistema produttivo. Oggi il dibattito è se farla partire o se fa perdere voti oppure no», aggiunge Di Maio.


Se per i dem – e i renziani – quella tassa rischia di essere il colpo fatale alle prossime elezioni Regionali in Emilia-Romagna (lì la tassa colpirebbe l’importante comparto degli imballaggi), per Di Maio quel provvedimento resta indiscutibile per la battaglia ambientalista che il Movimento vuol portare avanti all’interno dell’esecutivo. La misura era stata difesa anche dal ministro dell’Economia Lorenzo Gualtieri, che però ha aperto a un’eventuale rimodulazione.

In Cina

Il ministero degli Esteri è arrivato a Shanghai per partecipare al secondo China International Import Expo (Ciie) che prenderà il via domani, 5 novembre, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping. «Vantiamo eccellenze straordinarie, in tutto il mondo si parla di Made in Italy ed è bene che il Made in Italy arrivi in tutto il mondo. Siamo qui per questo, per sostenere la nostra industria e i nostri ingegni», dice il ministro in un post su Instagram, a corredo di una foto che lo ritrae nella fase dei saluti, subito dopo l’atterraggio all’aeroporto Pudong di Shanghai.

«Viaggio lungo, ma estremamente importante per il nostro Paese e i nostri imprenditori al Ciie. In questa seconda edizione della fiera, l’Italia partecipa come partner e con un padiglione che ospita oltre 160 aziende. Davvero una grande vetrina per le nostre imprese, dato che stiamo parlando di uno dei mercati in maggior espansione del pianeta», aggiunge Di Maio nel post.

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Nella missione di due giorni in Cina, oltre al Ciie, Di Maio avrà tra i vari appuntamenti in agenda, un incontro con l’omologo cinese Wang Yi. Oggi, invece, è prevista una visita all’impianto della Comau, la sussidiaria del gruppo Fca specializzata nei sistemi di automazione.

Questa sera Di Maio parteciperà invece, in via straordinaria – secondo quanto si apprende – alla cena di benvenuto offerta dal presidente cinese Xi Jinping ai capi di Stato e di governo. Tra gli altri, sarà presente anche il presidente francese Emmanuel Macron. All’evento, in formato ristretto, Di Maio è stato invitato dal presidente Xi Jinping.

Mattarella in Cina l’anno prossimo

Il made in Italy «è promozione turistica e viceversa: la promozione turistica è promozione del made in Italy», dice ancora Di Maio. «Ci lavoreremo per tutto il 2020 perché è l’anno in cui ci sarà la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è l’anno in cui sarò di nuovo qui perché dobbiamo riunire la commissione governativa presieduta dai due ministri degli Esteri», spiega. Il 2020, tra Italia e Cina, «è l’anno in cui raccoglieremo i frutti della Belt and Road Initiative»: i due Paesi celebreranno i 50 anni delle relazioni diplomatiche.

Sulle tensioni economiche tra Usa e Cina, «noi auspichiamo che il prima possibile ci possa essere un accordo perché l’accordo serve ad abbassare le tensioni: l’Italia è un Paese esportatore. Ha 40 miliardi di made in Italy nel mondo», dice poi Di Maio. L’export «può ambire a crescere ancora di più, ma le tensioni commerciali tra Usa e Cina non aiutano i mercati internazionali e non aiutano le nostre imprese. È molto importante per noi l’export perché si produce in Italia, si crea in Italia, si lavora in Italia, e si vende nel mondo».

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