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Pordenone, dà del «terrone» all’arbitro: un anno di Daspo. La società lo difende: «Mai successo. Paradossale»

19 Novembre 2019 - 20:15 Redazione
Il questore di Pordenone: «Non è certamente edificante che chi dovrebbe avere il compito di assolvere alle funzioni di educatore si trasformi, invece, in un esempio diseducativo»

«Avevamo già smentito la ricostruzione fatta da un giornale locale e pensavamo fosse finita lì. Invece ci ritroviamo sulle prime pagine di tutti i siti di informazione d’Italia per un episodio che non è accaduto, almeno non nei termini in cui viene descritto», ha commentato all’ANSA Luca Muranella, il presidente del Fontanafredda, la società calcistica che fa parte dell’Academy del Milan in cui allena il mister accusato di aver detto terrone al dirigente- arbitro della formazione avversaria e per cui è stato disposto un daspo. Il provvedimento di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive è stato applicato perché, secondo quanto accertato dalla Digos, l’allenatore, 42enne, durante la partita ha reiterato «numerose condotte verbalmente e materialmente violente indirizzate sia verso i giovanissimi calciatori in campo, sia a quelli in panchina».

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«Situazione paradossale»

Ma la società lo difende. «Tuteleremo l’immagine della società e del nostro tesserato, perché quella frase pare averla udita soltanto lo spettatore dietro la panchina», ha proseguito Muranella. «Siamo in una situazione paradossale, perché al nostro tesserato, fino ad oggi un allenatore esemplare, è stato applicato un Daspo senza che nessuno ci interpellasse. Il Fontanafredda calcio è una società seria e blasonata – ha concluso Muranella sottolineando che la società andrà «fino in fondo a questa cosa perché lo dobbiamo al mister, che ha un figlio che gioca a calcio e per un anno non potrà nemmeno portarlo all’allenamento. Per noi viene prima la persona che l’allenatore».

Le accuse all’allenatore

L’allenatore avrebbe pronunciato una frase contenente parole di discriminazione territoriale nei confronti dell’arbitro, ossia «Arbitro, sei un terrone». Il questore di Pordenone, Marco Odorisio, è intervenuto sul caso raccogliendo le denunce dei genitori presenti, e ha notificato il Daspo all’allenatore della giovane squadra del pordenonese. «Non è certamente edificante che chi dovrebbe avere il compito di assolvere alle funzioni di educatore, insegnando il rispetto delle regole attraverso l’attività sportiva, si trasformi, invece, in un esempio diseducativo, che non si concilia con le aspettative di giovani adolescenti che identificano nell’allenatore di calcio un modello positivo da imitare», ha spiegato il questore Odorisio. «Le condotte accertate – prosegue il questore – oltre a essere verbalmente e materialmente violente e caratterizzate da una consapevole impronta di “discriminazione territoriale assumono ancora più particolare di rilievo negativo, soprattutto in considerazione del fatto che sono state poste in essere alla presenza e rivolte a bambini di 11 anni».

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