Sanzioni Usa alla Cina per la persecuzione degli uiguri. Pechino: «Grave ingerenza. Prenderemo contromisure»

«Esortiamo gli Stati Uniti a correggere immediatamente i propri errori», scrive il ministero degli Esteri cinesi in una nota

Mentre USA e Cina sono vicine all’accordo sui dazi, c’è un altro dossier che potrebbe far allontanare ancora una volta le due super potenze mondiali. La Camera degli Stati Uniti ha approvato nella notte un disegno di legge che prevede sanzioni per le autorità cinesi responsabili di «detenzione arbitraria, tortura e molestie» ai danni dei musulmani uiguri in Cina.


Il provvedimento è passato con 407 voti a favore e uno contrario. La Cina ha avvertito che eventuali sanzioni Usa minerebbero le trattative commerciali. La misura dovrà essere sottoposta ora al vaglio del Senato prima di arrivare sul tavolo del presidente Donald Trump.


La minoranza turcofona che vive nella regione autonoma cinese dello Xinjiang è sottoposta da tempo a una dura repressione che negli ultimi anni è andata intensificandosi con la costruzione di campi di “rieducazione” forzata.

«La Cina esprime forte indignazione e risoluta opposizione al passaggio alla Camera dei rappresentanti Usa della legge per chiedere sanzioni contro la Cina rispetto alla situazione nella regione autonoma nord-occidentale cinese dello Xinjiang e minaccia contromisure, se il provvedimento diventerà legge», riferisce il ministero degli Esteri cinese in un comunicato diffuso on line.

«Esortiamo gli Stati Uniti a correggere immediatamente i propri errori», si legge nella nota a firma della portavoce Hua Chunying, «per impedire che il provvedimento diventi legge e smettere di utilizzare la questione dello Xinjiang per interferire negli affari della Cina».

Per il ministero degli Esteri di Pechino il provvedimento «infanga deliberatamente» la situazione dei diritti umani nello Xinjiang, e «scredita» gli sforzi della Cina per combattere il terrorismo.

«Chiunque mini gli interessi della Cina», ha aggiunto la portavoce senza scendere nei dettagli, pagherà il «prezzo dovuto».

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