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Sondrio, il “diverso parere” del Primato Nazionale: «Dubbi fondati sulla vicenda»

18 Dicembre 2019 - 19:39 Redazione
Per il giornale sovranista ci sono dei passaggi, in questa storia, che non tornano

Nonostante i racconti e la testimonianza di chi era presente, raccolta qui da Open, Il Primato Nazionale mette in dubbio la terribile vicenda riportata anche dalla stampa locale degli insulti razzisti a una mamma 20enne, nigeriana, “rea” di urla disperate di fronte alla morte della figlioletta di appena cinque mesi in pronto soccorso. E accolta con fastidio da alcuni presenti, con commenti terribili. «Dopo aver saputo della morte della bambina di pochi mesi una persona presente ha detto: “Tanto ne sfornano uno all’anno, non è un problema”», racconta la testimone a Open.

Ma per il giornale sovranista, ci sono dei passaggi che, in questa storia, che non tornano.

Il pronto soccorso

Per la giovane mamma nigeriana e la sua bimba l’ospedale ha fatto il massimo, ha detto un portavoce dell’ospedale di Sondrio all’Adnkronos in merito a quanto accaduto la sera del 14 dicembre scorso, quando una mamma poco più che ventenne ha perso la sua bambina di 5 mesi arrivata qui in arresto cardiaco. «Le frasi che sarebbero state riportate non possiamo né smentirle né confermarle. Il personale non le ha sentite, ma è certo che l’assistenza e la cura nei confronti della famiglia è stata massima».

I racconti non hanno mai parlato dell’assistenza ricevuta dalla bimba. Ma dei commenti terribili che avrebbero accompagnato le urla di una madre disperata. Il Primato Nazionale si occupa, prima di tutto, di chi ha segnalato l’episodio sui social e lo ha poi raccontato alla stampa: Francesca Gugiatti. La donna è una giovane maestra, e ha poi raccontato l’episodio anche in serata dal palco della manifestazione locale delle sardine.

PN nota che Gugiatti ha un’esperienza politica: nel suo recente passato si è candidata per una lista di centrosinistra alle elezioni locali. Risulta, secondo quanto ricostruisce il quotidiano sovranista, assessora nel comune di Montagna in Valtellina, alle porte di Sondrio, eletta con la lista “Insieme per Montagna”. «Stando poi a numerosi post condivisi sul gruppo delle Sardine di Sondrio, la Gugiatti sarebbe una fiera membra del movimento antifascista e apartitico schierato contro Matteo Salvini e la sua propaganda a più riprese definita razzista».

A sottolineare il presunto connotato politico della sua testimonianza, il fatto che Anna Ascani, viceministra dell’Istruzione, del Partito Democratico, rilancia oggi la sua testimonianza sulla sua pagina Facebook.

https://www.facebook.com/AnnaAscaniPD/photos/a.432004746869642/3270824352987653/?type=3&theater

I dubbi

Nella zona del pronto soccorso dove sostava la giovane mamma nigeriana che ha perso la bambina di 5 mesi lo scorso 14 dicembre non c’è stato nessun commento e nessun insulto razzista perché presenti erano solo lei, il marito, il personale medico, una parente e i carabinieri, assicurano oggi all’Adnkronos gli stessi militari. Al comando, aggiungono, per ora non è stata presentata alcuna denuncia per episodi di razzismo.

Certo, scrive ancora AdnKronos, i militari non possono escludere commenti tra i pazienti nella sala d’attesa che permette due accessi: o si va ai reparti o si va alle salette mediche che sono separate e non a vista.

Quindi? Quindi ci sono le testimonianze, come quelle raccolte da Open. Per il Primato Nazionale oltre al racconto della Gugiatti non c’è altro. Non ci sono – o non sono ancora comparse – foto o filmati che ritraggono le persone in sala di attesa – quelle che avrebbero prodotto quei commenti disumani. Non ci sono audio.

Se i fatti fossero confermati «sarebbe certamente da condannare un simile comportamento», ammette il giornale di Casapound. «Ma appare assai strano che nell’epoca dei social in cui ogni nostro comportamento viene costantemente monitorato e poi dato in pasto dopo pochi secondi a milioni di persone di questo avvenimento non ci sia una prova tangibile», chiosano.

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