Civitavecchia, un’area del cimitero per i feti abortiti. Scoppia la protesta dei gruppi femministi

La presidente della Consulta delle donne ha parlato di un «subdolo attacco al mondo femminile»

Un’area del cimitero di Civitavecchia sarà dedicata al seppellimento di «prodotti abortivi e feti entro il terzo mese che non siano stati dichiarati nati morti dall’ufficiale di stato civile». Il via libera è arrivato dall’assessore Manuel Magliani, che ha annunciato la fine dell’iter, in collaborazione con l’Asl 4, e la firma del contratto di concessione di un’area cimiteriale del cimitero nuovo.


Una richiesta sostenuta dall’associazione anti abortista “Difendere la vita con Maria Onlus”. L’attività è pienamente legale, ed è consentita dall’articolo 7 comma 2 del Dpr 10 settembre 1990, n. 285, che prevede l’inumazione dei «prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina».


A sostenere la pratica, come riporta il Messaggero, anche il Movimento per la vita di Civitavecchia «impegnato dal 1981 a sostenere la vita nascente, contribuendo ad aiutare centinaia di madri ad accogliere la vita appoggia la battaglia per la sepoltura dei feti umani, per alcune semplici motivazioni».

Molte le associazioni femministe che sono insorte contro la decisione. In particolare la Consulta delle donne di Civitavecchia, la cui presidente, Amelia Ciampa, ha spiegato che questa iniziativa potrebbe nascondere «un subdolo attacco al mondo femminile attraverso la criminalizzazione della legge 194».

Leggi anche: