Com’è sparito (e com’è stato ritrovato) il “Ritratto di signora” di Klimt

Quello che è certo è che si tratti davvero di un Klimt, ma ancora non è chiaro come sia rimasto “nascosto” per tutti questi anni

Una storia incredibile: un quadro di cui si sa tutto su come sia stato ritrovato, ma ancora molto poco su come sia sparito. Si tratta del Ritratto di Signora di Gustav Klimt, dipinto che risale al 1916-17, ritrovato il mese scorso a Piacenza e dichiarato autentico dai tecnici che lo hanno analizzato.


La sparizione deve essere avvenuta a febbraio del 1997 – o poco prima -. Per i successivi 22 anni il quadro è rimasto nascosto nell’alveo del muro perimetrale della galleria Ricci Oddi. Gli studiosi ancora non riescono a spiegare come sia potuto accadere.


Il trafugamento era stato favorito dal trasloco di alcune tele nel Palazzo Gotico di Piacenza in occasione di una mostra sul pittore austriaco. Una delle ipotesi avanzate è che il ladro, disturbato dal viavai di gente, abbia rubato il quadro e, per non dare nell’occhio, lo abbia incastrato nell’intercapedine del muro della Galleria, pensando di recuperarlo in seguito.

Il ritrovamento

L’opera è stata analizzata da Diego Cauzzi, della Pilotta di Parma, e da Anna Selleri, restauratrice della Pinacoteca di Bologna, a cui si è aggiunta Claudia Collina, storica e critica d’arte di Bologna. «La corrispondenza tra immagini – ha detto – ha consentito di appurare che si tratta del dipinto originale», ha detto Cauzzi, raccontando degli esami che ha eseguito sull’opera e della comparazione con le analisi svolte già nel 1996.

Selleri ha esaminato la tela, l’intelaiatura, i timbri apposti sul retro, sigilli ed etichette, tutti apparsi originali. Collina invece si è concentrata sull’analisi del dipinto, che, come già si sapeva, celava un altro ritratto di Klimt, che si credeva perduto.

Una circostanza scoperta grazie all’intuizione di una donna – che oggi insegna storia dell’Arte – e che all’epoca era una studentessa liceale, Claudia Maga. Durante le ricerche per l’esame di maturità, la ragazza, consultando monografie su Klimt e osservando centinaia di fototessere che riportano il dipinto, ha capito che il pittore nascondeva un segreto.

«Il primo ritratto – spiega Collina – fu dipinto nel 1910, Klimt poi ricoprì il tutto con nuovi colori, tranne il volto della donna che rimane il medesimo, con qualche leggero ritocco. L’opera fu acquistata dal collezionista Ricci Oddi e conservata nella galleria omonima fino alla sparizione nel 1997».

«Una notizia di importanza storica per la comunità artistica e culturale e per la città di Piacenza», così ha commentato la sindaca Patrizia Barbieri. La prima cittadina e l’assessore alla Cultura, Jonathan Papamarenghi, hanno rivolto «un sentito ringraziamento alla procura e ai periti, agli inquirenti e alle forze dell’ordine che in questi anni non hanno mai abbandonato le indagini».

Il testimone passerà ora alla Procura, guidata dalla pm Chicca, e che si occuperà del capitolo “sparizione”: «Il furto è prescritto, non la ricettazione. La procura intende capire se le condizioni del dipinto sono compatibili con la permanenza in un muro della galleria».

E poi: «Da quanto tempo il quadro si trovava lì è oggetto di accertamenti, ci saranno prove dattiloscopiche e biologiche – spiega – al momento non possiamo sapere se è rimasto lì per tutto questo tempo. Dopo gli accertamenti, ritengo abbastanza a breve, verrà restituito alla galleria».

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