Le Borse europee, come conseguenza dell’epidemia Coronavirus, stanno subendo un crollo superiore a quello registrato in occasione del referendum sulla Brexit. L’indice Stoxx 600, che raggruppa le principali società quotate in Europa, è arrivato a cedere il 7,4%. Il 24 giugno 2016, dopo il voto per l’uscita dalla Ue, il paniere affondò del 7%. In questo momento Londra perde il 6,3%, Parigi il 6,4% e Francoforte il 6,5%, Madrid 6,6%.
Prosegue anche il crollo di Piazza Affari, Milano è in calo del 9,7%. Tra i titoli principali, i peggiori sono Saipem, Tenaris ed Eni, in crollo di circa del 20% in scia con il petrolio. Lo spreadtra Btp e Bund tedeschi supera la soglia dei 220 punti base, dalla chiusura sotto 180 di venerdì scorso, con il rendimento dei decennali italiani che sale oltre l’1,3 per cento. Perde anche Wall Street, con il Dow Jones in calo del 5,47%, il Nasdaq che cede il 5,17% mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 5,45%.
Caos nelle carceri per il coronavirus, 6 morti a Modena per overdose: aperta indagine. Fiamme a San Vittore e Prato. Fuga dei detenuti a Foggia – Le immagini
Sono sei i detenuti morti nel carcere di Modena per le rivolte scoppiate ieri 8 marzo, dopo l’introduzione del divieto di visite per le nuove misure introdotte dal Viminale per l’emergenza Coronavirus. A Modena un altro detenuto è morto per un malore mentre era sul pullman del trasferimento. Per quanto accaduto a Modena, sono stati aperti due fascicoli d’indagine. Uno per omicidio colposo per accertare le cause della morte dei detenuti e l’altro per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, violenza privata e tentata evasione. Sono 27 le carceri in tutta Italia dove sono scoppiate le proteste.
Foggia
A Foggia circa 20 detenuti sono evasi, alcuni di loro hanno rubato macchine da una carrozzeria vicino alla prigione. Nel corso della protesta, sono circa 50 i detenuti che sono riusciti a scappare, ma una trentina di loro è stata subito bloccata dagli agenti. Quattro dei detenuti, evasi, sono stati intercettati e arrestati sulla tangenziale di Bari. I quattro avevano rubato una macchina per scappare da Foggia.
Roma
A Roma, nel carcere di Rebibbia, sono stati incendiati dei materassi e prese d’assalto le infermerie. Anche qui, secondo quanto riporta Il Messaggero, alcuni detenuti potrebbero essere evasi. Caos anche a Regina Coeli dove sono state chiuse le strade, mentre alcuni familiari manifestano fuori dalla struttura con le mascherine. Qui sarebbero state lanciate delle molotov all’interno della struttura. Si vede uscire del fumo dal tetto della terza sezione di Regina Coeli dove i detenuti avrebbero bruciato dei cartoni.
Da Milano a Bari
A San Vittore a Milano, una quindicina di detenuti sono saliti sul tetto per protesta mentre sono stati attaccati alla finestra carta e stracci a cui è stato dato fuoco. Celle in fiamme anche a Prato dove gli agenti hanno circondato la zona del penitenziario. I detenuti protestano anche a Bologna. A La Spezia e a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono saliti sui tetti.
Ieri Salerno, oggi Modena, Napoli e Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia e Bari. Altri due detenuti degli Istituti penitenziari di Verona e Alessandria sarebbero morti per un’overdose da psicofarmaci. L’onda lunga del coronavirus arriva nelle carceri italiane e si trasforma in protesta, quando non in aperta rivolta. Blindato anche il carcere di Ucciardone, a Palermo.
Nei giorni scorsi era montata la polemica, denunciata dal partito Radicale, sulle misure previste dal dpcm del 4 marzo per il contenimento dell’epidemia e dalla mancanza di misure adeguate per luoghi sovraffollati come le carceri, dove non è possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro.
Garante detenuti: «I detenuti temono il contagio»
Per il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, il problema non sarebbe nei colloqui. «Detenuti temono situazione di contagio fuori controllo nel loro ambiente», ha spiegato il garante. Palma si è anche detto preoccupato per le violenze e ha detto che è necessario alleggerire il sovraffollamento delle carceri.
Bonafede: condanno la violenza, nostro dovere è tutelare la salute nelle carceri
«È nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e vive nelle carceri e i provvedimenti presi hanno proprio la funzione di garantire la tutela della salute dei detenuti e tutti coloro che lavorano nella realtà penitenziaria, ma deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza è solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato», ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Modena
Sei detenuti sono morti nel corso della rivolta scoppiata nel pomeriggio di ieri 8 marzo al carcere di Modena: lo si apprende da fonti dell’amministrazione penitenziaria, secondo cui allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi. Sarebbero tutti riconducibili all’uso di stupefacenti. Le verifiche fatte in fase preliminare avevano evidenziato che uno dei detenuti era morto per abuso di sostanze oppioidi, un altro di benzodiazepine.
La rivolta era scoppiata nel primo pomeriggio per protestare contro le misure di prevenzione relative alla protezione da coronavirus. I detenuti si sono barricati nell’istituto e secondo alcuni testimoni e come si vede dal video diffuso dalla polizia, dal carcere sarebbe stato visto del fumo, dovuto probabilmente a un incendio. Per sedare la rivolta erano stati chiamati anche agenti liberi dal servizio. Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere – una ventina tra poliziotti e sanitari – fosse fatta uscire, secondo quanto scrive l’Ansa.
Settanta detenuti erano poi stati trasferiti in altre carceri. Quarantuno detenuti sono stati trasferiti durante la notte nel carcere di Ascoli Piceno. «Si sta valutando – aveva detto il segretario del sindacato Giovanni Battista Durante – come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all’interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto. Sembra sia stato addirittura incendiato anche l’ufficio matricola, dove sono custoditi i fascicoli dei detenuti».
La protesta nel carcere Carrassi di Bari
Pavia
Anche nel carcere di Pavia rivolta dei detenuti, che hanno preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria, poi liberati, nella casa circondariale Torre del Gallo. I detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine di carcerati. Lo si è appreso dai sindacati Uilpa e Sappe, che parlano anche di devastazioni. I due agenti di polizia penitenziaria sarebbero anche stati picchiati violentemente.
La rivolta era iniziata verso le 19.30-20 ed è nata, come quella di Modena, per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del coronavirus. I detenuti vorrebbero ottenere misure alternative speciali. Dal carcere di San Vittore e Opera sono stati mandati agenti di rinforzo per sedare la sommossa dei circa 400 detenuti. Uno dei due agenti sarebbe stato liberato dagli stessi carcerati, il secondo a seguito di un intervento della polizia penitenziaria. Secondo le prime e frammentarie notizie che trapelano, uno dei due agenti sarebbe il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Pavia.
Credit video: Polizia di Stato – video da elicottero PS della rivolta nel carcere di Modena