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Istat, nascite al minimo storico: ma è un’Italia sempre più multietnica. In aumento gli italiani in fuga

13 Luglio 2020 - 11:42 Redazione
aeroporto emigrazione
aeroporto emigrazione
-551 mila residenti in 5 anni, calo del 4,5% delle nascite e lieve aumento dei decessi. Prosegue, poi, l'aumento dell'emigrazione di italiani che tocca l'8,1%

Il 2020 è iniziato con quasi 200 mila italiani in meno rispetto all’anno precedente. L’Istat nel Bilancio demografico nazionale 2019 ha rilevato al 31 dicembre dello scorso anno un calo della popolazione residente in Italia di quasi 189 mila persone. Un crollo cominciato ormai quattro anni prima: dal 2015 a oggi la popolazione italiana è calata di 551 mila persone. Calano anche i cittadini stranieri dell’8,6%, anche se aumentano i nuovi italiani e i residenti stranieri sono cresciuti di oltre 292 mila, così come non si ferma l’emigrazione che segna una crescita dell’8,1%.

Quali sono le aree più popolose

Le aree più popolose sono il Nord-ovest e il Sud, seguite dal Centro, dal Nord-est e infine dalle Isole (con l’11%). Il decremento di popolazione è contenuto, invece, nel Nord-ovest e Nord-est mentre è maggiore nelle isole e al Sud Italia. A livello regionale, il primato negativo, in termini di perdita di popolazione, spetta a Molise, Calabria e Basilicata. Aumenta la popolazione, invece, nelle province di Bolzano e Trento ma anche in Lombardia ed Emilia-Romagna.

Nascite al minimo storico

Al minimo storico le nascite che segnano un -4,5%. Salgono, seppur di poco, i decessi e le cancellazioni anagrafiche per l’estero. La diminuzione delle nascite è di oltre 19 mila unità rispetto al 2018. Il motivo? La progressiva riduzione della popolazione italiana in età feconda, costituita da generazioni sempre meno numerose fin dalla nascita, e non più incrementate dall’ingresso di giovani immigrati. Diminuisce, infatti, il numero di stranieri nati in Italia. Nel 2019 il numero di stranieri nati in Italia è pari a 62.944 (il 15% del totale dei nati), con un calo di 2.500 unità rispetto al 2018 (-3,8%). Nel corso del 2019 la differenza tra nati e morti – il cosiddetto saldo naturale – è di -214 mila unità. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è dovuto principalmente alla popolazione di cittadinanza italiana (-270 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo resta positivo (+55.510). Dati alla mano, senza il contributo degli stranieri, sarebbero stati raggiunti deficit di sostituzione ancora più drammatici di quelli attuali.

Lieve aumento dei decessi

Lo scorso anno i decessi sono ammontati a 634 mila unità, con un aumento, rispetto al 2018, di 1.300 persone. Il maggior numero di decessi riguarda le donne (52,1%). In una popolazione caratterizzata da un accentuato invecchiamento demografico – e con un calo delle nascite che è ormai ai minimi storici – la tendenza all’aumento dei decessi è in parte strutturale. Nessun allarme.

Italia più multietnica

Al 31 dicembre dello scorso anno si contano, in Italia, 194 differenti cittadinanze, quasi 50 con circa 10 mila residenti. Al primo posto la cittadinanza romena (1 milione 208 mila), seguita da quella albanese (441 mila), marocchina (432 mila), cinese (305 mila) e ucraina (240 mila). Infine, dopo la flessione registrata nel biennio precedente, nel 2019 sono tornati a crescere il numero di cittadini divenuti italiani per acquisizione della cittadinanza.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/ TELENEWS

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