Le prime impressioni su Reels, la nuova funzione di Instagram che ricorda tanto (ma tanto) TikTok

Se le funzioni sono simili, la differenza (come spesso succede sul web) la faranno i contenuti

Difficile trovare delle differenze. Come è successo quattro anni fa con Snapchat, ora Instagram sta cercando di combattere il suo nemico con le sue stesse armi. Dal 5 agosto è stata resa disponibile in 50 Paesi (tra cui Usa e Italia) la funzione Reels, una sezione che permette di creare video partendo da audio di altri utenti e utilizzando un set di effetti più creativi di quelli delle Story. Vi ricorda qualcosa? Proprio lei, TikTok. Se avete l’app aggiornata vi basterà andare nella sezione Esplora, la trovate cliccando sull’icona della lente di ingrandimento.


Qui potrete accedere a Reels e cominciare a scorrere in verticale i video che sono già presenti. Il feed varierà a seconda dell’utente ma al momento non sono stati caricati ancora molti contenuti italiani. Nel 2016 l’introduzione delle Story, ispirate a Snapchat, aveva permesso all’app di imporsi sul mercato. Ora l’app di Zuckerberg riuscirà a farlo anche con TikTok?


Il peso degli influencer

Su Reels si possono pubblicare video di 15 secondi, esattamente come sul rivale cinese. Molto si basa sugli audio, che si possono prendere da altri utenti e interpretare, esattamente come il suo rivale cinese. E lo scorrimento dei video è in verticale, esattamente come il suo rivale cinese. E allora, cosa può esserci di diverso? La differenza sta negli autori dei contenuti. Instagram infatti può contare su una cerchia di influencer che da anni presidiano questa piattaforma e hanno già una base di follower solida.

Ricominciare tutto il percorso su TikTok non è così semplice. Prendiamo il caso di Chiara Ferragni: oltre 20 milioni di follower su Instagram e 3 milioni su TikTok, con un account attivo dal novembre 2019. La differenza è netta. La sfida è iniziata, anche se Instagram potrebbe contare su una carta in più. Negli scorsi giorni Donald Trump ha spiegato che la posizione dell’app cinese sul mercato occidentale è tutt’altro che solida: se non verrà venduta a un’azienda Usa entro il 15 settembre (probabilmente Microsoft) sarà bannata da tutti gli smartphone del Paese.

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