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La fuga di M49 non si ferma. Ora l’orso si è liberato anche del collare elettronico

22 Agosto 2020 - 18:22 Giada Giorgi
Il radiocollare posizionato attorno al collo dell'orso dopo la sua prima fuga aveva fatto sperare di poter monitorare l'animale anche da lontano

Ieri il segnale del collare elettronico dell’orso M49 emetteva «segnale di mortalità». Lo strano allarme ha subito mobilitato la Provincia di Trento, che mettendosi sulle tracce dell’oggetto, lo ha trovato a terra e integro. Ma dell’orso nessuna traccia. È così che la corsa di M49 continua. L’orso del Trentino, fuggito dal centro di Casteller il 27 luglio scorso, per la seconda volta, ora si è ufficialmente liberato anche del collare elettronico che ne monitorava gli spostamenti. «Non uccidete M49», il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva lanciato un appello per Papillon, l’altro nome con cui l’orso viene chiamata, ispirato al film del 1973 di Steve McQueen. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva annunciato l’intenzione di ricatturarlo, mentre una petizione per garantire all’animale la libertà a vita arrivava a oltre 130mila firme.

Sterilizzato e messa nell’area problematici

La locandina creata dalle associazioni ambientaliste in occasione della raccolta firme per la liberazione di M49

La prima volta che M49 era fuggito dal suo recinto non era munito di alcun collare di monitoraggio. Nonostante questo fu ritrovato, catturato dalle guardie forestali della Provincia Autonoma di Trento e messo nell’area per animali problematici. Dopo la sterilizzazione seguita alla prima cattura, lo scorso luglio M49 decide di ritentare la libertà.

Stavolta però munito di un radiocollare, la cui presenza aveva fatto sperare gli esperti della Provincia di riuscire a tenerlo sotto controllo, e il ministro Costa, di scongiurarne l’esecuzione. Liberatosi ora anche del collare, Papillon non è più un sorvegliato speciale ma a tutti gli effetti, e di nuovo, un animale ricercato.

L’ultima traccia

Secondo le informazioni fornite dalla dalla Provincia di Trento, a partire dal 16 agosto l’orso si era spostato in zona Passo Cinque Croci in Val Cion, per poi essere geolocalizzato il 19 agosto dal collare a monte di Malga Val Ciotto. «Nella mattinata del 21 agosto il collare emetteva segnale di mortalità» spiega la Provincia, «e quindi è stata eseguita una ricerca sul posto fino al rinvenimento dello stesso, integro, a terra». Ora il monitoraggio dovrà proseguire necessariamente in base agli indizi e le tracce lasciate da Papillon.

Le reazioni

Dopo la notizia della liberazione dal collare elettronico i social sono esplosi in post di gioia e di sostegno all’orso, diventato un simbolo di libertà per molti.

Dall’altra parte c’è chi invece sta trovando nella storia del collare elementi sospetti che indurrebbero a pensare a una fine peggiore per l’animale in cerca di libertà.

Foto in copertina: Ansa

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