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Lei troppo «disinvolta» e lo «tradiva», i giudici riducono la pena allo stupratore convivente

18 Settembre 2020 - 09:45 Angela Gennaro
L'uomo, definito «mite», era stato «esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna, che aveva passivamente subìto sino a quel momento»

Se lo esasperi, lui è meno colpevole. Se lo esasperi – mettiamo, con ripetute corna – ecco, allora lui ti può violentare con un po’ più di ragione. È un po’ il ragionamento di una sentenza con cui i giudici di Milano hanno stabilito in Appello una riduzione della pena per un uomo che aveva costretto la moglie a subire violenza sessuale.

L’uomo è stato poi arrestato e condannato ma ora per lui arriva un ammorbidimento della pena tenuto conto – è il ragionamento – dell’esasperazione del soggetto dovuta ai continui tradimenti di lei, subiti a lungo passivamente, come riporta il Corriere della Sera.

I fatti

I fatti risalgono all’8 giugno dello scorso anno, quando a Vimercate, Monza, l’uomo, 63 anni, ha aggredito la moglie, di 45, in una roulotte. Il Tribunale di Monza in rito abbreviato lo aveva condannato a 5 anni.

La pena scende ora a 4 anni e 4 mesi. La Corte d’Appello scrive nella motivazione che, in un «contesto familiare degradato» e «caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini», il dolo dei reati sia meno intenso perché l’uomo «mite» era stato «esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna», condotta «che aveva passivamente subìto sino a quel momento».

In copertina ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO | La Corte d’Appello del tribunale di Milano, 17 dicembre 2014.

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