Il calzolaio di Ramallah che protesta contro Macron e Trump: «Sulle scarpe i loro nomi per infangarli meglio»

di Giada Giorgi

La “protesta delle scarpe” portata avanti da Imad Muhammad ha coinvolto anche i clienti: «Non entrano senza prima aver rinnegato le politiche dei loro presidenti»

All’entrata del piccolo negozio di Imad Muhammad c’è un cartello con una scritta in tre lingue diverse. Arabo, francese e inglese per invitare i clienti ad entrare ma a precise condizioni. Quella rivolta ai cittadini francesi è piuttosto chiara: dissociarsi in modo netto dalla politica del loro presidente. Il calzolaio di Ramallah, in Cisgiordania, ha avviato dunque in questi giorni una battaglia personale nei confronti del presidente Emmanuel Macron colpevole, a suo avviso, di aver pronunciato «espressioni razziste a danno dell’Islam».


La stessa regola stabilita da Muhammad vale anche per i clienti statunitensi. Saranno chiamati a condannare la politica del presidente Usa Donald Trump che ha «arrecato così tante sofferenze al popolo palestinese». La terza lingua del cartello è l’inglese. Ai cittadini britannici Muhammad chiede delle scuse per la Dichiarazione Balfour del 1917. «Devono farsi perdonare nella decisione di un “focolare nazionale’ per gli ebrei in Palestina».


Una protesta che si inserisce in uno scenario complesso di rivendicazioni e malumori contro la Francia, in cui il calzolaio ha deciso di fare un passo ancora oltre. Sulle sue scarpe ha tracciato in caratteri arabi il nome di Macron e di Trump. «Tanto più si sporcano, tanto più viene infangata la figura di costoro», ha spiegato l’uomo.

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