Coronavirus, 10 azzurri in isolamento: le Asl bloccano i giocatori di 6 squadre. Marotta (Inter) invoca l’intervento del governo

Tra i team coinvolti Sassuolo, Fiorentina, Lazio, Roma, Genoa e Inter. Alcuni atleti rimarranno nella bolla domiciliare fino a martedì, i 13 della Fiorentina fino a domenica prossima. Dall’Inter: «Assurda gestione delle Asl»

SARS-Cov-2 mette in panchina 10 giocatori della Nazionale di calcio 2020. O meglio: 10 in isolamento più uno fuori dai giochi per un infortunio. Fiorentina, Roma, Lazio, Sassuolo, Genoa e Inter sono le squadre che hanno registrato atleti positivi al virus e che nelle ultime ore hanno subìto un chiaro stop dalle rispettive Asl territoriali. A doversi fermare non tutto il team ma i giocatori contagiati, che quindi non potranno prendere parte al ritiro della nazionale a Coverciano né essere presenti ai tre ultimi match da disputare sotto la guida del ct Roberto Mancini. Gli incontri di mercoledì 11 novembre con l’Estonia, del 15 e del 18 contro Polonia e Bosnia Erzegovina sono ora messi a dura prova. Il provvedimento scattato per gli atleti è quello della cosiddetta “bolla domiciliare”: l’unico movimento permesso è il tragitto casa-campo di allenamento e viceversa, senza poter viaggiare dunque all’interno del Paese e in Europa.


Le Asl

La ricaduta sulla Nazionale è il primo grosso effetto del protocollo anti-Covid deciso dalle Asl territoriali dei club calcistici. Mancini, positivo e attualmente in isolamento, ha per ora potuto accogliere solo 18 giocatori. 11 sono attesi per lunedì, mentre 10 risultano attualmente in isolamento fiduciario. Una condizione che al momento sembrerebbe riguardare la squadra del Sassuolo con Berardi, Caputo e Locatelli, bloccati fino a martedì, termine finale della bolla. Ma anche i convocati della Roma Bryan Cristante, Lorenzo Pellegrini, Leonardo Spinazzola e Gianluca Mancini restano confinati a Trigoria con lo stop della Asl della Regione Lazio dopo i casi di Dzeko e Boer, risultati positivi al virus.


Acerbi e Immobile i giocatori della Lazio coinvolti nelle direttive di isolamento dell’Agenzia sanitaria territoriale. Ma i protocolli non sono identici per tutti. Nel caso Genoa, Zapata risultato positivo non si muove, ma i nazionali della squadra che non avevano avuto contatto possono partire. Una delle condizioni più pesanti è quella della Fiorentina: 13 giocatori messi in isolamento dalla Asl della Toscana, tra cui Castrovilli e Biraghi, non autorizzati alle partenze per i vari ritiri di nazionale. Una decisione arrivata dopo la positività di Josè Callejon la settimana scorsa e che ora sancisce l’alt fino a domenica prossima.

Per l’Inter, infine, è arrivato lo stop di D’Ambrosio e Barella, con l’indicazione di poter raggiungere i ritiri delle nazionali solo con mezzi privati, aereo o treno. «È assurdo che le Asl si comportino in maniera diversa da Roma 1 o Roma 2, oppure da Milano a Firenze», protesta l’ad dell’Inter Beppe Marotta. La polemica si rivolge a decisioni tutt’altro che coordinate per le società calcistiche di appartenenza e che provengono unicamente dalle Agenzie sanitarie locali. Gli atleti sono stati isolati «per rispettare il protocollo in vigore», come hanno specificato le Asl stesse, ma Marotta non ci sta.

«Invoco l’intervento del ministro Spadafora» ha detto, sottolineando «il grande rammarico» di queste ore. L’amministratore delegato del club nerazzurro parla di «un’alterazione della regolarità delle competizioni» criticando la «mancanza di centralità» nella gestione dei protocolli. L’attacco è rivolto principalmente alle Asl accusate dunque di comportarsi in modo differente a seconda dei territori. «Una zona d’ombra» di cui, secondo Marotta, i club continuerebbe a essere vittima.

Foto copertina: Profilo Twitter Nazionale Italiana

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