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Bologna, la Corte di Assise: «Il 2 agosto 1980 fu una strage di Stato, sbagliata l’impostazione della Procura»

08 Gennaio 2021 - 18:10 Cristin Cappelletti
I giudici hanno reso note le loro motivazioni sulla sentenza all’ergastolo per Gilberto Cavallini, l’ex Nar coinvolto nell’attentato alla stazione

«Il dilemma se la strage di Bologna sia una strage comune o politica non esiste, in radice, perché si è trattato di una strage politica, o, più esattamente di una strage di Stato». A un anno dalla condanna all’ergastolo per concorso in strage a Gilberto Cavallini nel processo sull’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, la Corte di Assise ha reso note le sue motivazioni. «Che a 37 anni di distanza l’imputazione – ha precisato la Corte – sia di nuovo “implosa” in un’ottica minimalista e “spontaneista” che riconduce tutto alla dimensione autarchica di 4 amici al bar che volevano cambiare il mondo (con le bombe, ma anche con il solito corteo di coperture e depistaggi) lascia perplessi, anche perché non si sa attraverso quale percorso istruttorio e/o processuale si sia approdati a ciò».

La condanna di Cavallini

Il 9 gennaio 2020, Cavallini, uno dei quattro dei Nuclei Armati Rivoluzionari, il gruppo neofascista responsabile materiale dell’esecuzione dell’attentato, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di concorso in strage. «L’inserzione del termine “spontaneista” nel capo d’imputazione – ha aggiunto la Corte – ha funzionato come clausola di sbarramento per una pronuncia di colpevolezza di Cavallini per strage politica o di Stato». La Corte ha quindi criticato l’impostazione della Procura di Bologna nel processo all’ex Nar: «Così, si è circoscritto lo spazio dell’incriminazione all’operatività di una cellula terroristica autonoma, estranea da concreti programmi di sovversione istituzionale».

La Corte ha chiarito però che Cavallini era «tutt’altro che confinato in una cella terroristica autonoma», e che è quindi colpevole «anche nella sola ipotesi minimale del contributo logistico e agevolatore dato dall’ospitalità da lui concessa al duo Mambro-Fioravanti». Cavallini è stato rinviato a giudizio per strage solo nel 2017, quindi 40 anni dopo i fatti del 2 agosto del 1980, e tre anni dopo, nel 2020, è arrivata la condanna all’ergastolo.

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