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Ecco perché le auto elettriche hanno trasformato Elon Musk nell’uomo più ricco del mondo

08 Gennaio 2021 - 22:11 Valerio Berra
Come fa un’azienda che ha venduto “solo” 500 mila veicoli nel 2020 a valere 837 miliardi di dollari? Lo abbiamo chiesto all’analista Ian McMillan

Un patrimonio personale di 195 miliardi di dollari. In crescita. Con un distacco che in questo momento è arrivato a 10 miliardi di dollari, il 7 gennaio Elon Musk ha soffiato a Jeff Bezos il titolo di uomo più ricco del mondo. A sua volta il patron di Amazon aveva tolto il primato a Bill Gates, attualmene terzo nel Bloomberg Billionaires Index con 134 miliardi di dollari. È la prima volta che Bezos deve rinunciare al titolo dall’ottobre del 2017. Tutto questo perché il 7 gennaio il titolo di Tesla ha aumentato il suo valore in borsa del 7%. Un aumento che ha decisamente influito sul valore del patrimonio personale di Musk visto che detiene il 22% delle sue azioni.

Tesla, l’auto elettrica che ha sconvolto la Borsa

GOOGLE | L’andamento del titolo nel corso dell’ultimo anno

L’azienda che produce l’auto elettrica ideata da Elon Musk è destinata a diventare un case study per gli analisti finanziari. Tesla è stata quotata alla Borsa di New York il 29 giugno del 2010, operazione che ai tempi gli aveva permesso di ottenere finanziamenti per un totale di 200 milioni di dollari. Cifra che sembra lontanissima dall’attuale capitalizzazione, arrivata a 837 miliardi di dollari. Più di Facebook che al momento in borsa vale 752 miliardi di dollari. Lontana ancora da Apple, che lo scorso agosto ha superato i 2 trilioni di dollari. Che sì, sono proprio 2mila miliardi. Il tutto per poco più di 500 mila veicoli venduti nel 2020 (che erano poco più di 100 mila nel 2017). Numeri esigui che diventano esponenziali se trasferiti a Wall Street, dove Tesla ha fatto segnare spesso delle ottime performance. Tuttavia la crescita più importante è stata nell’ultimo anno: l’8 gennaio del 2020 un’azione dell’azienda di Musk era scambiata a 98 dollari. Oggi, esattamente un anno dopo, la potete vendere a 880 dollari.

Per capire meglio cosa sta succedendo nella Borsa americana abbiamo chiesto a Ian McMillan, analista statunitense. McMillan gestisce anche l’account Twitter @the_chart_life, uno dei 13 migliori account da seguire per capire il mercato azionario secondo Business Insider. «Tesla ha avuto un forte aumento del prezzo per un motivo semplice: la domanda è stata più alta dell’offerta», ci spiega Ian McMillan. «Per cinque anni, fino al 2019, il titolo si è mosso in quello che viene definito un sideway market, le azioni cioè sono state scambiate seguendo un’oscillazione stabile. Senza picchi troppo bassi o troppo alti. Da quando le azioni sono arrivate a 77 dollari lo slancio le ha portate ai livelli che conosciamo adesso».

Il rischio della bolla e la tecnologia avanti «anni luce»

TESLA | Uno scatto della Model X

Davanti a una crescita così veloce è legittimo chiedersi per quanto potranno andare avanti le cose. Nonostante i grafici abbiano pochi precedenti, le ultime valutazioni del titolo sono positive. Standard&Poor ha valutato il titolo testa con un rating di BB e un outlook positivo: l’outlook è la prospettiva di crescita che può avere un titolo in Borsa. Nella scheda di valutazione compilata il 17 dicembre si legge che l’azienda sta diventando più efficiente nella produzione di veicoli e si sta espandendo su un mercato sempre più globale. Stesso giudizio anche per la banca di investimenti Goldman Sachs che invece il 3 gennaio ha inserito Tesla nell’elenco dei titoli consigliati per i suoi clienti.

Un’opinione condivisa anche da McMillan: «Tesla sta andando troppo lontano o troppo veloce in Borsa? Forse. Se però i veicoli elettrici sono il futuro dell’industria automobilistica, Tesla è avanti anni luce rispetto alla concorrenza. Aziende come Ford o General Motors non hanno nemmeno la tecnologia che Tesla utilizzava nel 2012. Il paragone più semplice è quello con Amazon. È talmente avanti nel mercato delle vendite online che difficilmente può essere raggiunta da un competitor».

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