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Nessuna donna fra i ministri del Pd, Lorenzin: «Tante figure femminili all’altezza che non hanno alcun potere nel partito» – L’intervista

13 Febbraio 2021 - 16:36 Giulia Marrazzo
«La rappresentanza femminile nel governo è collegata al potere delle donne nei partiti politici. Come partito riformista Il Pd deve farsi carico del problema per primo»

Beatrice Lorenzin, deputata del Pd, ex ministro della Salute, con un carriera politica alle spalle non indifferente, non vuole fare polemica. Ma il tema della questione femminile al suo partito lo pone. La squadra di governo dove, nei ruoli apicali, il Partito Democratico non ha espresso neanche un donna a differenza delle altre grandi forze politiche Lega inclusa, ha scatenato l’ira delle dirigenti e militanti dem sul web. Lorenzin è chiara e pensa al futuro: «Figure di spicco ce ne sono nel Pd. L’obiettivo per il futuro è che le donne facciano parte della rappresentanza del Partito». Sul nuovo esecutivo capeggiato da Mario Draghi, Lorenzin si dice molto favorevole: «Abbiamo un governo di primissimo piano in grado di mettere con i piedi per terra le riforme».

Onorevole Lorenzin è delusa dalla mancanza di rappresentanza femminile del Pd nel nuovo governo?

«C’è un tema evidente della presenza femminile nel governo Draghi ma c’è anche un tema dell’effettivo e reale potere che hanno le donne nei partiti politici. Direi che la seconda è una questione più vasta e strettamente collegata alla rappresentanza. Questo poi è un governo che nasce da una crisi politica e da una crisi di sistema, in cui l’incarico di formare un un esecutivo è stato dato a una figura di spicco come quella di Mario Draghi che equilibra componenti tecniche con componenti politiche. E in questo scenario il Pd ha una rappresentanza politica che chiude a 360 gradi il partito».

In che senso?

«I nomi indicati rappresentano una sintesi di unità delle componenti del Pd e questo darà una maggiore solidità anche al governo. C’è da chiedersi, però, perché in questa “chiusura” delle componenti a 360 gradi non c’è una donna».

Quindi che cosa pensa che si debba fare?

«Vede, credo che ci siano dei temi più profondi che non si esauriscono solo nel rappresentare delle istanze, istanze che danno voce al 53% della popolazione. Quindi credo fortemente che si debba fare un percorso e un’ampia riflessione all’interno dell’intero partito. Non soltanto tra le donne ma anche tra gli uomini del Pd».

Ma il Pd ha avuto difficoltà a trovare delle figure da proporre?

«Non credo. Anche perché il Pd ha, al suo interno, figure di assoluto spicco per competenza, carisma e anche esperienza di governo. Quindi le figure di spicco ci sono. Poi dire figure di spicco è diverso da dire donne che detengono ambiti di potere».

Il problema è di tutta la politica?

«Il problema è certamente di tutta la politica e anche della società italiana ma un partito riformista e progressista come il Pd se ne deve fare carico per primo. La natura del nostro partito deve essere proprio quello di rompere queste barriere. È evidente che deve essere un obiettivo prima interno per poi essere più forti all’esterno, proprio per diventare un esempio nella società in cui viviamo. I ministri che abbiamo espresso in questa fase sono una sintesi massima delle aree politiche del Pd, della sua rappresentanza. Quello che dobbiamo porci come obiettivo futuro è che in questa rappresentanza ci sia almeno una donna».

Ha posto la questione alla segreteria del partito?

«È un tema che tutte le donne del Pd stanno ponendo è ovvio che all’interno del partito si dovrà fare una riflessione per crescere ed essere più forti».

Lei è gia stata al governo in passato. Le hanno chiesto di mettersi a disposizione per la squadra dei ministri?

«No, ma devo dirle che ho vissuto varie crisi e la mia principale preoccupazione in questa fase drammatica per il Paese era che si riuscisse fare un governo per affrontare al più presto quello che l’Italia sta vivendo, soprattutto per la crisi pandemica».

Cosa pensa di questo nuovo esecutivo?

«Lo vedo come un governo fatto da personalità politiche e tecniche di primissimo piano. Ora bisogna trovare un fil rouge tra le diverse forze politiche, questo per far “cadere a terra” le riforme. Il grande problema di questi mesi, infatti, è stato quello di non riuscire a concretizzare i tanti provvedimenti presi. Credo che la squadra scelta da Mario Draghi sarà assolutamente in grado di farlo».

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