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Tuffarsi nei Navigli, sempre più rischioso, sempre più social: le bravate su Instagram e TikTok – Il video

21 Giugno 2021 - 19:00 Redazione
Con le riaperture si sono moltiplicati gli episodi condivisi e supportati sui social. La trasgressione estiva è diventata anche un mezzo per alcuni streamer che compiono la bravata in cambio di (poco) denaro

Nelle ultime settimane sono iniziati a circolare molti video di giovani che si tuffano nelle acque dei Navigli di Milano. Il fatto di per sé non è nuovo ma la spinta che muove i ragazzi a compiere il gesto è alimentata dalla condivisione sui social network. Con le riaperture, infatti, le persone sono tornate a rivivere una socialità dopo molto tempo e su canali come Telegram e Instagram è piuttosto semplice imbattersi in immagini di persone che incitate dalla folla si gettano nei canali milanesi.

Un tuffo in cambio di Bit

La classica delle bravate estive è diventata anche un mezzo con cui ricevere (poco) denaro attraverso le valute riconosciute su Twitch. Nella piattaforma di Amazon, infatti, i Bit sono un mezzo di scambio che corrisponde a denaro: 100 Bit, per esempio, sono equivalenti a 1,54 euro. Lo streamer Rospo ad esempio è noto per fare tutto ciò che i suoi follower gli chiedono in cambio di Bit. In passato il creatore di contenuti si è fatto tatuare in fronte il logo della piattaforma. Di recente il ragazzo si è buttato nelle acque della Darsena, in pieno centro a Milano, dopo aver ricevuto dagli utenti poche decine di euro in cambio del gesto.

Le sanzioni per chi si tuffa in città

Pur non rientrando nella sfera del codice penale, tuffarsi nei Navigli non solo espone al rischio di contrarre malattie portate da acqua insalubri o nere, dal Tifo all’Epatite A, ma è punta con una sanzione amministrativa pecuniaria che può variare, stando all’articolo 756 del codice penale, dai 5 mila ai 10 mila euro. Nel compiere il gesto, inoltre, possono subentrare una serie di fattispecie e aggravanti che inasprirebbero la sanzione se non la pena, come nel caso dell’atto osceno in luogo pubblico se ci si tuffa nudi o, nel caso di un Bene culturale danneggiato, di dover rispondere di eventuali danni.

La replica dei canottieri: «L’acqua è pulita»

In un post su Facebook la società Canottieri San Cristoforo di Milano, che ha proprio nei Navigli, all’altezza di viale Cassala, la sua sede, ha tenuto a replicare sul rischio di contrarre malattie tuffandosi nei canali meneghini. «Le analisi delle acque eseguite dai Canottieri due volte all’anno e dall’ente di controllo, il consorzio Villoresi, hanno evidenziato acque eccellente per la balneazione», si legge nel post corredato di video, dove prende voce anche uno dei responsabili delle attività sportive del circolo, Simone Lunghi.

Video: Telegram/@FrittoMisto – YouTube/@Il Freebooter della Swiss

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