Domande su Peter Pan e i Promessi sposi al concorso pubblico per l’Arpal Puglia. Candidati sul piede di guerra: «E il diritto?»

Il direttore generale dell’agenzia regionale, Massimo Cassano, difende la prova: «Sono test preselettivi, uno diverso dall’altro, fatti bene e senza possibilità di imbrogli»

«Mi sono sentito un concorrente del quiz l’Eredità». Oppure: «Non so se ho partecipato alle selezioni di un programma tv o a un concorso per un posto di lavoro». L’ironia, sulle pagine social della Regione Puglia, fiocca: i candidati per i 1.200 posti di lavoro nei ranghi dell’Arpal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, stanno lamentando l’incongruenza tra le domande che hanno scelto per la prova e le mansioni che svolgeranno i vincitori del concorso. Lascia interdetti l’idea di fare ai candidati domande sulle fate di Peter Pan, sulla madre di Lucia dei Promessi Sposi e sulla morte di Pino Daniele, Mango e Lucio Dalla. Così, i 60 mila concorrenti che si erano preparati in diritto e nelle altre discipline pertinenti al lavoro, si sono trovati spiazzati: «Pochissime domande su diritto amministrativo, contabilità, informatica, diritto del lavoro», dichiara una candidata che, piuttosto, ha dovuto rispondere a domande sulla fiction Don Matteo e collocare una tigre e un giaguaro nei rispettivi areali.


Si attendono ricorsi ed esposti al Tar, mentre Fratelli d’Italia Puglia annuncia di portare la questione negli uffici del ministro Renato Brunetta. Nonostante tutto, il direttore generale di Arpal, Massimo Cassano, continua a difendere la prova: «Si tratta di test preselettivi, uno diverso dall’altro, fatti bene e senza possibilità di imbrogli. Alla prova successiva ci saranno solo domande attinenti ai profili». Insomma, i candidati, per la fase due del concorso, potranno tirare un sospiro di sollievo: non sarà più necessario conoscere il nome del doppiatore del film Toy Story per sognare un posto alla Regione Puglia.


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