Tasse sulle mance, la caccia complicata agli evasori: come funzioneranno i controlli
«Le mance fanno parte della retribuzione e, dunque, devono essere tassate come il resto del reddito». A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione dopo il caso del capo ricevimento di un lussuoso albergo della Costa Smeralda depositario in banca di ben 84 mila euro di mancia raccolti in un solo anno. I giudici supremi hanno ricordato che «l’attuale articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi, nel testo post riforma Irpef del 2004, prevede una nozione di reddito da lavoro dipendente non più limitata al salario percepito dal datore di lavoro». E quindi non si sfugge: le mance vanno tassate. Sì ma con quale sistema? Camerieri, parrucchieri, tassisti: spetta a loro il compito di auto tracciarsi? O meglio affidare il compito ai datori di lavoro? Una circolare dell’Agenzia delle Entrate risalente al 2018 fino a questo momento aveva escluso dalla tassazione tutte le donazioni «di modico valore», comprendendo nella valutazione anche le piccole mance ricevute da camerieri e lavoratori dipendenti.
Ma ora la sentenza della Cassazione ha cambiato le carte in tavola, ponendo la spada di Damocle delle tasse anche sulle piccole cifre. Il problema pratico però rimane: per l’Agenzia delle entrate non sarà facile scovare chi non dichiara anche la più piccola mancia ricevuta. Se gli atti di generosità dei clienti vengono riscossi in contanti e non transitano sui conti sarà difficile pensare a un sistema di tracciamento efficace. Unica strada percorribile resta quella dei controlli sul campo con gli uomini della Guardia di Finanza che dovranno verificare come oltre all’emissione dello scontrino, sia stata erogata una qualche mancia a caposala o camerieri. Va da sé che l’opzione dei controlli capillari difficilmente riuscirebbe a produrre un risultato omogeneo ed efficace su tutto il territorio nazionale.
L’esempio americano e le tasse dei croupier italiani
Niente di quanto succede invece in America dove lasciare mance è abitudine ancora più diffusa che in Italia. Negli Usa ogni cameriere è obbligato a tenere un rendiconto dettagliato delle mance ricevute ogni anno e denunciare gli introiti al fischio, rischiando in alternativa multe e sanzioni pesanti. L’unico esempio italiano simile a quello dei dipendenti americani è quello dei croupier dei Casinò. Da anni le loro mance sono tassate: non per il totale della cifra ricevuta ma per il 75%. Il problema della tracciabilità in questo caso è piuttosto facile da risolvere: le mance vengono erogate in fiche che poi devono essere cambiate alla cassa. Diversa ancora è la condizione dei camerieri dei Casinò: per loro a differenza dei croupier la tassazione è al 100%.